Foto di Robina Weermeijer su Unsplash
Un ictus è in grado di causare diversi danni poco recuperabili in una persona, ma una recente ricerca sta dando nuove speranze. Un trattamento con uno spray nasale ha mostrato risultati sorprendenti nei topi. In esemplari che ne hanno subito uno, queste gocce sono state in grado di velocizzare il recupero. Il componente chiave alla base di questo prodotto un peptide complementare chiamato C3a, già noto per il suo ruolo nel sistema immunitario e nello sviluppo stesso del cervello.
La neuroimmunologa Marcela Pekna dell’Università di Göteborg ha spiegato come questo metodo elimina l’urgenza associata al trattamento dell’ictus e potrebbe giovare a tutti i pazienti, compresi quelli che vengono trattati solo molto dopo l’evento in questione. Anche le persone con disabilità residua dopo la rimozione del coagulo potrebbero potenzialmente sperimentare un miglioramento attraverso questo trattamento.
Le parole dei ricercatori: “I nostri risultati mostrano che il peptide C3a influenza la funzione degli astrociti, cioè le cellule che controllano molte delle funzioni delle cellule nervose sia nel cervello sano che in quello malato, e quali segnali gli astrociti inviano alle cellule nervose. La nostra ambizione è sviluppare il metodo per renderlo utilizzabile nella pratica clinica, ma per arrivarci, e soprattutto per poter svolgere le necessarie sperimentazioni cliniche, dobbiamo collaborare con un partner dell’industria farmaceutica.”
Il tempismo è fondamentale anche per queste gocce, poiché la somministrazione troppo precoce del peptide C3a può portare a un aumento dell’infiammazione nel cervello. Nello studio, i ricercatori hanno indotto un ictus ischemico artificiale, il tipo più comune di questi eventi, nei topi. Dopo una settimana, è stato riscontrato che le gocce nasali sono state in grado di migliorare il recupero della funzione motoria in modo più efficace rispetto a un placebo.
Sono ovviamente necessarie ulteriori ricerche per garantire l’efficacia del trattamento negli esseri umani. La collaborazione con un partner farmaceutico è necessaria per facilitare lo sviluppo e le sperimentazioni cliniche necessarie per implementare questo metodo nella pratica clinica. I ricercatori sottolineano la necessità di una continua esplorazione di molteplici potenziali opzioni per migliorare i risultati dell’ictus.
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