In un nuovo studio i ricercatori Peter Petraitis, professore in pensione di biologia alla Penn’s School of Arts & Sciences, e Steve Dudgeon, professore di biologia alla California State University, Northridge, mostrano che il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova la vita marina del Maine.
Sembra infatti che qui le acque dei mari nel Maine, si stiano riscaldando più velocemente che in altri luoghi sulla Terra. Inoltre l’aumento di anidride carbonica nell’atmosfera, fa si che questa venga assorbita dagli oceani, causando la drastica discesa dei livelli di pH. L’acidificazione degli oceani rende difficile per i molluschi ispessire i loro gusci, la loro principale difesa contro i predatori.
Un set di dati raccolto nell’arco di due decenni, che include il numero di cinque specie di molluschi tra cui mitili, cirripedi e lumache di mare, mostra che tutte hanno registrato cali in parte a causa dei cambiamenti climatici.
Questo nuovo lavoro ha sfruttato i dati raccolti su alcuni molluschi che fungevano da parcelle di controllo, iniziato nel 1966 sull’isola di Swan nel Golfo del Maine. Ogni anno i ricercatori si sono recati nello stesso punto per raccogliere i dati ed hanno esaminato cinque specie di molluschi comuni: la patella tartaruga, la littorina comune, la nucella atlantica, la cozza blu e i cirripedi.
“Non ci aspettavamo di vedere molti cambiamenti nelle trame di controllo”, ha dichiarato Petraitis, “ma siamo rimasti sorpresi di vedere queste popolazioni in calo“. I mitili hanno infatti ridotto drasticamente il loro numero dal 1997 ad oggi soprattutto nel numero dei giovami.
Per capire il motivo di questo calo, i ricercatori hanno esaminato i dati sulla temperatura e sulla chimica dell’oceano. Hanno scoperto che il declino di cozze e littorine comuni corrispondeva all’aumento delle temperature oceaniche estive. Mentre quello nelle popolazioni di patelle e nucella atlantica corrispondono ad aumenti dello stato di saturazione dell’aragonite del, una caratteristica che varia in base al pH dell’oceano.
I cambiamenti nel numero dei cirripedi invece, non corrispondevano ai cambiamenti nella temperatura dell’oceano, nel pH o nello stato di saturazione dell’aragonite. Questo suggerisce che ci siano altri fattori in gioco.
I ricercatori ritengono importante comprendere le dinamiche di ciò che sta accadendo nel Maine. Perdere così tante specie di molluschi comuni, non riguarda solo la nostra cucina. Potrebbe infatti essere il campanello d’allarme di ciò che porterà l’ecosistema marino in declino, con una conseguente perdita di biodiversità e compromettendo, come in un effetto domino, diversi aspetti biologici via via su scale sempre più ampie.
Credito: Jonathan AD Fisher
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