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Il livello del mare non smetterà di alzarsi dopo gli accordi di Parigi

Un nuovo studio indica che il livello del mare continuerà ad aumentare ancora per molto tempo, diversi anni dopo che gli attuali impegni contratti dai governi di tutto il mondo sulle emissioni di carbonio con l’accordo sul clima di Parigi saranno entrati in vigore. Non è possibile stimare in quale momento le temperature globali inizieranno a stabilizzarsi. L’Accordo di Parigi sul Contenimento dei cambiamenti climatici, adottato nel dicembre 2015, auspica una riduzione delle temperature medie globali di oltre due gradi rispetto ai livelli attuali; l’accordo è entrato in vigore nel 2016, ragion per cui non è ancora possibile constatarne gli effetti.

 

Ci vorranno molti anni prima di riuscire a contenere i danni provocati dall’innalzamento del livello del mare

Lo studio è il primo a quantificare l’aumento del livello del mare, fenomeno che potrebbe essere strettamente collegato a quello del riscaldamento globale. I ricercatori hanno infatti scoperto che le emissioni registrate fino a 15 anni prima dell’accordo avrebbero causato un innalzamento del livello del mare di circa 20 centimetri entro il 2300. Le stime non hanno però tenuto conto del potenziale impatto di una fusione, peraltro già irreversibile, di ampie porzioni della calotta glaciale antartica.

Anche se dovessimo raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi, l’impatto dovuto all’aumento del livello del mare sarà significativo“, ha affermato Peter Clark, scienziato della Oregon State University e coautore dello studio. “Quando pompiamo grosse quantità di carbonio nell’atmosfera, l’aumento della temperatura è quasi immediato. L’innalzamento del livello del mare però impiega molto più tempo a rispondere a quel riscaldamento“.

 

Gli accordi di Parigi sono fondamentali, ma si tratta di un passo che forse avrebbe dovuto avere luogo molto prima

L’aumento del livello del mare dovuto alle emissioni registrato durante gli anni dell’accordo di Parigi costituisce circa il 20% dell’innalzamento totale di un metro previsto per il 2300. Circa la metà di questa percentuale può essere attribuita ai primi cinque paesi più inquinanti del mondo: gli Stati Uniti, la Cina, l’India, la Russia e l’Unione europea, fanno sapere i ricercatori.

Oceani, ghiacciai e calotte glaciali sono i principali responsabili dell’innalzamento del livello del mare; ognuno risponde ai cambiamenti climatici su scale temporali che vanno da decenni a millenni. Il fenomeno, quindi, rappresenta una minaccia molto seria per gli ecosistemi costieri e per il sostentamento di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. “Gran parte del biossido di carbonio che abbiamo fatto salire fin nell’atmosfera terrestre resterà lì per migliaia e migliaia di anni“, conclude il dottor Clark.

Nello Giuliano

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