L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) prepara un piano di difesa della Terra dagli attacchi che potrebbero arrivare dallo spazio. Alla Conferenza sulla Sicurezza Spaziale molto si è parlato della minaccia che gli asteroidi potrebbero rappresentare per noi.
Sappiamo che per quanto remota sia per il momento, quella di venir colpiti da un asteroide, rimane comunque una possibilità. E l’unica speranza che abbiamo di difenderci è giocare d’anticipo.
A ricordarci quanto potremmo essere vulnerabile allo scontro con un asteroide, ci ha pensato la meteora di meteora di Čeljabinsk, precipitata in Russia nel 2013.
L’Europa e l’ESA, fanno parte del programma mondiale per lo studio e la protezione contro gli asteroidi, dal 2009. In occasione della Space Safety Conference 2019, tenutasi a Darmstadt, l’ESA ha parlato del programma di difesa, analizzando le potenziali minacce e le possibili difese.
Da tenere sotto controllo infatti, non ci sono solo i grandi effetti catastrofici, che per quanto pericolosi sono anche molto improbabili per il momento, ma la possibilità di impatti più piccoli ma comunque molto pericolosi.
Secondo Rüdiger Jehn, capo del dipartimento della difesa planetaria dell’ESA. “per proteggerci dagli asteroidi dobbiamo fare tre cose. Anzitutto individuare gli asteroidi, poi tracciarli calcolandone il rischio di impatto con la Terra, e infine rispondere a un’eventuale minaccia concreta con azioni mirate”.
Per quanto riguarda l’osservazione spaziale alla ricerca degli asteroidi, l’ESA ha progettato un innovativo sistema automatizzato, il Fly-Eye telescope. Si tratta di un sistema con un ampio campo visivo, creato sfruttando una tecnica che si ispira agli occhi delle mosche. Il sistema divide la visuale in 16 immagine più piccole, ed è stato sciluppato da OHB Italia in collaborazione con INAF e ASI. La sua prima istallazione avverrà sul monte Mufara in Sicilia, ed in futuro sarà creata una rete internazionale con almeno 4 punti tra Europa e America del Sud.
Fino ad ora, a livello globale, si tengono sotto controllo molti diversi corpi celesti di cui si studiano le orbite per i prossimi 100 anni e la possibilità che impattino con la Terra. Sono i Near Earth Objects (NEO), tutti quegli oggetti celesti, asteroide e comete, che orbitano attorno al Sole e potrebbero passare accanto alla Terra. Si tratta di circa 17mila corpi celesti, 700mila dei quali sono asteroidi osservati dentro il Sistema Solare, ma si stima che i NEO possano essere anche un milione.
Di uno di questi corpi celesti ultimamente si è molto parlato. Si tratta di 99942 Apophis, il cui impatto con la Terra era inizialmente previsto per il 2029, poi per il 2036, ma entrambe le volte ci passerà soltanto molto vicino. Per ora la possibilità che Apophis si schianti con la Terra, è stimata ad uno su un milione per il 2068.
Se davvero un asteroide si dirigesse verso di noi, l’unica possibilità che avremmo di difenderci, è deviare la sua rotta. Ian Carnelli dell’ESA ha affermato che al momento “esistono diverse ipotesi di tecniche di intervento, ma l’unica per ora davvero realistica e potenzialmente efficiente è l’impatto cinetico”. Ovvero colpire l’asteroide con un’astronave imprimendogli una deviazione alla traiettoria sufficiente a scansarlo dalla Terra.
A breve l’ESA effettuerà la prima prova di questa tecnica, scagliando la sonda DART contro un asteroide binario, Didymos per la precisione sul più piccolo oggetto del sistema, Didymoon.
Questo esperimento, una sorta di prova generale, servirà per avere parametri di riferimento affidabili per creare simulazioni successivi affidabili, secondo quanto afferma Carnelli. La missione sarà infatti accompagnata da due satelliti CubeSat che riprenderanno e analizzeranno l’intero evento.
Al momento la cosa che maggiormente preoccupa gli scienziati e vedere quanto e come l’asteroide sarà deviato per capire quale debba essere la massa delle astronavi da mandare incontro agli asteroidi per deviarli.
Inoltre alla conferenza si è parlato anche di quanto sia importante occuparsi di altro oltre che di asteroidi e comete. Da tenere sotto osservazione sono anche i detriti spaziali e l’attività solare.
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