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Il principio di Dilbert: perché gli incompetenti ottengono successo al lavoro?

Il principio di Dilbert, formulato dal fumettista Scott Adams, è una satira del mondo del lavoro che sostiene che i dipendenti incompetenti tendono a essere promossi a posizioni di maggiore responsabilità, dove la loro incompetenza può fare meno danni.

Perché questo accade?

  • Le persone competenti sono spesso minacciate dai loro superiori. Promuovendo un dipendente incompetente, un manager può sentirsi più sicuro del proprio posto di lavoro.
  • I dipendenti incompetenti sono spesso abili a farsi sembrare competenti. Sanno come “parlare il gergo” e come impressionare i loro superiori con presentazioni e report elaborati, anche se privi di sostanza.
  • Le aziende spesso premiano la conformità e la mediocrità. I dipendenti che non si distinguono troppo e che non creano problemi sono visti come “sicuri” e affidabili.

Quali sono le conseguenze del principio di Dilbert?

  • Le aziende perdono efficienza e produttività. I dipendenti incompetenti non sono in grado di svolgere il loro lavoro in modo efficace, causando ritardi, errori e costi aggiuntivi.
  • Il morale dei dipendenti competenti cala. Vedere che gli incompetenti vengono premiati può essere frustrante per chi si impegna a fare un buon lavoro.
  • L’innovazione viene soffocata. Le aziende che premiano la mediocrità non sono propense a incoraggiare nuove idee e nuovi modi di fare le cose.

Come si può contrastare il principio di Dilbert?

  • Le aziende dovrebbero basare le promozioni su criteri oggettivi di competenza e performance.
  • I manager dovrebbero essere formati per riconoscere e premiare i dipendenti competenti.
  • Dovrebbe essere creata una cultura aziendale che valorizzi l’innovazione e il pensiero critico.

Il principio di Dilbert è una divertente e amara satira del mondo del lavoro, ma è anche un problema serio che può avere conseguenze negative per le aziende e per i loro dipendenti. È importante essere consapevoli di questo fenomeno e di prendere le misure necessarie per contrastarlo.

Immagine di pressfoto su Freepik

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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