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Il riconoscimento facciale in Cina diventerà legge a dicembre 2019

Il riconoscimento facciale sta diventando una vera ossessione per la Cina, che non sembra mai averne abbastanza della tecnologia. In Cina, questa nuova tecnica identificativa, anche se desta preoccupazione per la violazione dei diritti umani, potrebbe estendersi a tutti i livelli della vita delle persone. Nonostante i principali sviluppatori del riconoscimento facciale del paese, sono inseriti nella lista nera dagli Stati Uniti, il Ministero dell’Industria e dell’Information Technology cinese, MIIT, ha programmato l’uso del riconoscimento facciale, in aree della vita privata inconcepibili per gli altri paesi del mondo.

Infatti, il MIIT, ha tranquillamente annunciato che, da dicembre 2019, utilizzerà l’elaborazione digitale delle immagini per sorvegliare oltre 800 milioni di utenti di Internet mobile. Questo sarà possibile perchè, il Ministero, ha trascorso gli ultimi anni a collegare i “nomi reali” all’acquisto e all’uso dei dispositivi mobili. La registrazione di una SIM viene eseguita con con un documento dell’identità, che da dicembre imporrà l’uso dell’intelligenza artificiale, per aggiungere la garanzia dell’identità fisica, ai canali di vendita. I cittadini cinesi, avranno i loro volti registrati, per assicurarsi che non si verifichino errori. Tutto questo, secondo il MIIT, servirà a “salvaguardare i diritti e gli interessi dei cittadini, combattendo frodi e terrorismo.

In Cina, dopo l’oppressione delle minoranze che non erano favorevoli all’uso del riconoscimento facciale, c’è stato un brusco dietrofront, a causa della lista nera stilata dagli Stati Uniti, con i nomi delle società interessate nel progetto governativo. La risposta della Cina è stata che “non esiste una violazione dei diritti umani”. Il portavoce ufficiale del Partito Comunista al potere, ha accusato gli Stati Uniti di “interferire negli affari interni della Cina”. Secondo la Cina, l’uso del riconoscimento facciale potrà contribuire a “prevenire l’estremismo e il terrorismo alla radice, per proteggere i diritti umani”. Il People’s Daily, il giornale ufficiale della Repubblica Popolare cinese, afferma che la tecnologia ha il sostegno dei cittadini.

 

Gli Usa precludono il mercato alle società cinesi della “lista nera”

Della lista nera americana, fanno parte i due principali produttori cinesi di telecamere di sorveglianza, Dahua e Hikvision, nonché le tre società principali di riconoscimento facciale del paese: SenseTime, Megvii e Yitu. Tutte queste società sono state allontanate dal mercato statunitense, e devono anche gestire le sanzioni che gli altri paesi impongono loro. Quest’uso distopico della tecnologia in Cina, inizia ad avere dei lineamenti spaventosi.

Molti paesi richiedono un documento d’identità per acquistare una SIM, poichè esistono motivi di sicurezza per controllare l’accesso alle comunicazioni. Ma, nessun altra Nazione usa la biometria per controllare la propria popolazione. Secondo il MIIT, questo “getterà solide basi per una gestione completa del cyberspazio”. Secondo alcuni, farà molto di più.

Paola Tammaro

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