Nello sviluppo dell’industria robotica ci sono stati molti tentativi di insegnare ai robot come afferrare oggetti delicati, soprattutto per quanto riguarda la loro possibile applicazione al campo medico (ad esempio per le protesi), ma i risultati non sono mai stati molto convincenti. I ricercatori del MIT potrebbero però aver trovato una soluzione, attraverso una curiosa applicazione di questo tipo di tecnologia: essi hanno sviluppato un sistema basato sul riconoscimento degli oggetti a livello particellare, che consente ai robot di ricorrere ad un approccio più graduale con gli oggetti.
Questo nuovo modello riconosce le particelle di materiale e a seconda della reazione tattile modificano l’interazione, anche se i margini di miglioramento sono ancora molto ampi. Ciò avviene in maniera simile a come intuitivamente interagiamo a livello tattile con le superfici: a seconda del materiale, modifichiamo l’intensità della nostra presa, ad esempio.
Il team ha mostrato l’efficacia del suo sistema programmando un robot munito di due dita, chiamato RiceGrip, affinchè modellasse una schiuma deformabile secondo una particolare forma. È stata utilizzata una fotocamera di profondità per il riconoscimento del materiale e quindi per identificare la schiuma; per esemplificare, gli scienziati che hanno lavorato al progetto hanno dichiarato che con un approccio simile, il robot avrebbe potuto addirittura preparare del sushi, a dimostrazione della possibilità applicative di questa tecnologia.
Siamo ancora agli inizi e gli scienziati hanno intenzione di continuare a lavorare su questo tipo di interazione, dal momento che potrebbe rappresentare una svolta per l’uso dei robot in sempre più ambiti della nostra quotidianità. Certo, sembra ancora irrealistico che un robot possa andare a prendere il posto di un cuoco in cucina, ma con la tecnologia sviluppata dal MIT questo scenario non sembra poi così fantascientifico.
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