Progettare un rover che sia capace di muoversi sull’arida superficie di Marte è già un progetto molto impegnativo, ma costruirne uno in grado di esplorare le profondità oceaniche delle lune lontane è qualcosa di molto più ambizioso e ancora più complesso. Gli scienziati della NASA ora credono che pianeti coperti da vasti oceani come Encelado, una luna di Saturno, e la luna di Giove Europa, potrebbero essere i candidati migliori per ospitare vita aliena nel nostro sistema solare.
Durante le prossime missioni su Marte, i rover potrebbero infatti imbattersi in forme di vita risalenti a miliardi di anni, se non addirittura a fossili, mentre altri organismi viventi potrebbero ancora prosperare nei mari di satelliti, peraltro vulcanicamente molto attivi. La caccia alla vita extraterrestre è però questione nient’affatto semplice, anche perché ogni sonda deve attraversare i mari al di sotto di immense calotte di ghiaccio, che potrebbero essere spesse fino a 20 chilometri, attraverso le quali nessun segnale potrebbe mai penetrare.
Ma la NASA ha annunciato di aver sviluppato il suo primo rover acquatico, in grado di navigare sott’acqua e sotto le calotte di ghiaccio. I primi test sono stati condotti in Antartide. Soprannominato Bruie che sta per “Buoyant Rover per Under-Ice Exploration”, la macchina è stata sviluppata dal Jet Propulsion Laboratory, a Pasadena. Kevin Hand, scienziato capo del progetto Bruie, crede che Europa ed Encelado siano i migliori candidati per trovare forme di vita.
“Il ghiaccio che copre questi oceani funge da schermatura su tutto ciò che c’è sotto; crediamo tuttavia che la composizione chimica di questi strati di ghiaccio potrebbe essere tale da permettere la vita in questi immensi oceani“, ha detto. “Qui sulla Terra, il ghiaccio che copre i nostri oceani ai poli svolge un ruolo simile“. Lungo poco meno di un metro e dotato di ruote dentate per scavare nel ghiaccio, il rover può acquisire immagini e raccogliere dati. “Abbiamo scoperto che la vita molto spesso si concentra nelle zone in cui ghiaccio e acqua si incontrano“, ha aggiunto l’ingegnere capo Andy Klesh.
“La maggior parte dei sommergibili“, continua Klesh, “ha difficoltà a scandagliare aree di questo tipo perchè le correnti oceaniche potrebbero ostacolarne il movimento oppure farebbero perdere loro troppa energia per mantenere la posizione. Bruie, tuttavia, utilizza la galleggiabilità per rimanere ancorato al ghiaccio ed è insensibile alla maggior parte delle correnti“. Il rover può anche spegnersi, accendendosi nel momento del bisogno, il che significa che potrebbe trascorrere mesi e mesi ad osservare.
Tuttavia gli scienziati hanno dichiarato che la dotazione di Bruie potrebbe non essere ancora sufficiente per rilevare forme di vita in altri mondi. “Sappiamo solo come rilevare la vita simile a quella presente sulla Terra“, ha dichiarato l’ingegnere meccanico Dan Berisford dell’Università dell’Australia occidentale, che fa parte del team di collaudo. “Quindi è possibile che microbi molto diversi da quelli terrestri possano essere difficili da riconoscere“. Il team continuerà a lavorare su Bruie fino a quando non riuscirà a permettergli di sopravvivere sotto il ghiaccio per mesi ed esplorare l’oceano a profondità sempre maggiori.
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