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Il sodio potrebbe andare a sostituire il litio nelle batterie ricaricabili

Tutti noi utilizziamo almeno un dispositivo al cui interno contiene una batteria a ioni di litio. Che sia uno smartphone, un computer portatile o auto elettrica non importa, ma sottolinea solo il fatto che è praticamente un elemento fondamentale per come conduciamo la vita al giorno d’oggi.

Vista la mole di prodotti che ne fanno uso, la domanda del litio è salita sempre più con tutti le conseguenze del caso. Le risorse non sono infinite, soprattutto dal momento che siamo confinati su questo pianeta. C’è bisogno di un’alternativa ed è quello che stanno cercando alcuni scienziati dell’Università di Birminghan.

 

Sodio ad alta capacità

L’idea alla base era trovare, appunto, un sostituto del litio che al momento è costoso da estrarre e anche pericoloso. Il processo di estrazione spreca grandi quantità di acqua potabile oltre che energia elettrica. Uno dei materiali presi in esame è stato il sodio il quale si trova in grandi quantità in tutto il mondo, sopratutto negli oceani.

Una volta scelto questo sostituto, gli scienziati del Dipartimento di Metallurgia e Materiali dell’Università hanno eseguito dei modelli quantistici sui dei supercomputer. L’obiettivo era testare cosa sarebbe successo nel momento in cui il sodio viene inserito nel fosforo. Il risultato è che quest’ultimo forma delle eliche nelle fasi intermedie di ricarica. Per proseguire, i ricercatori sono riusciti ad identificare la composizione finale dell’elettrodo il quale fornisce una capacità finale di portatori di carica sette volte quella della grafite.

Ecco le parole di uno degli scienziati, il Dottor Andrew Morris: “Questa è una grande vittoria per la scienza dei materiali computazionali, abbiamo previsto come il fosforo si comporterebbe come elettrodo nel 2016 e ora siamo in grado, con il team di Professor Grey, di fornire informazioni sugli esperimenti e imparare a migliorare le nostre previsioni. È incredibile quanto siano potenti approcci teorici e sperimentali combinati.”

 

Giacomo Ampollini

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