Visitando una zona particolare del deserto lungo il confine tra Libia ed Egitto, è possibile imbattersi in alcuni pezzi di vetro giallo pallido, che stando ai recenti rilevamenti, altro non sono che le tracce di un impatto meteorico avvenuto 29 milioni di anni fa. Quel vetro, in buona parte usato per fabbricare i gioielli trovati nella tomba del Re Tut, fu considerato dagli antichi come un dono del cielo (e non ci sono andati poi molto lontani!).
Questo materiale è infatti stato oggetto di un nuovo studio, che ha fatto luce su questo particolare tipo di materiale, a quanto pare generato dall’impatto di un meteorite. Se la ricerca si dimostrerà capace di dare informazioni più precise riguardo questo fenomeno, sarà possibile studiare la minaccia degli asteroidi in collisione con la Terra con maggiore consapevolezza delle conseguenze che essi hanno una volta toccato il suolo terrestre.
“Sia gli impatti dei meteoriti che le esplosioni in aria possono causare lo scioglimento del materiale di cui questi corpi sono costituiti“, ha detto in una dichiarazione l’autore principale dello studio Aaron Cavosie, geologo della Curtin University in Australia. “Tuttavia, solo gli impatti dei meteoriti creano onde d’urto che formano minerali, sottoponendoli ad alta pressione, quindi trovare tracce di reidite conferma che esso è il risultato dell’impatto di un meteorite“.
Cavosie e il suo team volevano stabilire se responsabile della forma di questo materiale fosse l’impatto in sè o l’erosione. Così, essi hanno lavorato con sette pezzi di vetro giallo pallido, osservandoli con un microscopio ad alta potenza: osservando da vicino i cristalli di zircone all’interno del vetro, gli scienziati hanno notato che questi sviluppano strutture leggermente diverse a seconda delle forze che agiscono su di loro nel corso del tempo.
L’analisi suggeriva infatti che alcuni dei cristalli di zircone erano stati una volta cristalli di reidite, un minerale che si forma in circostanze di alta pressione, che potrebbero verificarsi quando un meteorite colpisce la Terra, ma non quando esso esplode nell’atmosfera. Cavosie ha aggiunto che, sebbene gli scienziati non abbiano individuato un cratere per confermare l’avvenuto impatto, data la presenza di molta sabbia nell’area esso potrebbe essere nascosto sotto le dune.
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