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Il vulcano che “erutta fulmini” è oggetto di una straordinaria fotografia

Un’incredibile fotografia ha catturato l’esatto momento in cui un fulmine ha colpito la colonna di fumo e cenere proveniente da un vulcano in eruzione. Il fotografo Sergio Montúfar ha infatti scattato la foto proprio mentre la cenere vulcanica si sollevava dalla cima del Volcán de Pacaya, un vulcano attivo in America Centrale. Sergio aveva pianificato di fotografare la lava mentre fuoriusciva dal punto di riferimento posto sul versante del vulcano che dà verso il Guatemala, invogliato dalle previsioni meteorologiche favorevoli.

Montùfar ha in proposito dichiarato: “Volevo scattare una foto che mi permettesse di inquadrare la Via Lattea nel cielo notturno, con il Volcán de Pacaya sullo sfondo, ma l’improvvisa tempesta non me l’ha permesso. Ci aspettavamo cieli sereni, ma il tempo si è guastato molto presto e siamo stati sorpresi dalla pioggia. Quando poi la tempesta si è fermata e le nuvole sono scomparse, il vulcano ha iniziato a mostrare questo incredibile temporale e così ho deciso di cogliere l’attimo. Non avevo mai visto così tanti lampi di luce“.

 

Il fotografo voleva scattare una foto del vulcano con la Via Lattea nel cielo, ma l’inaspettata tempesta è stata provvidenziale

A cosa sia dovuta l’incredibile posizione del fulmine, che sembra uscire dalla bocca del vulcano in eruzione, non è ancora noto agli esperti. Alcuni ritengono che le eruzioni vulcaniche possano favorire la formazione di tempeste perché le particelle di cenere attraggono e raccolgono goccioline d’acqua, che poi cadono sotto forma di pioggia; altri invece sostengono che le collisioni di alcune particelle atmosferiche possano creare una carica in grado di attirare i fulmini.

Sergio, che si è dedicato all’astrofotografia fin da quando aveva 29 anni, sostiene che questa fotografia gli abbia cambiato la vita: “Questo scatto mi ha insegnato a non essere negativo in alcune situazioni, perché all’inizio ero davvero scontento, anche arrabbiato per il sopraggiungere della tempesta, che mi avrebbe rovinato la visuale, invece il destino aveva in serbo qualcosa di più grande per me“.

Nello Giuliano

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