Quando si parla delle missioni spaziali si pensa soprattutto a quelle della NASA, l’agenzia spaziale statunitense. Lo si fa per ovvie ragioni, ma in ogni caso anche l’ESA negli ultimamente ha fatto capire agli appassionati, e anche al grande pubblico, di esserci. Oltre a questi due pesanti nomi ci sono anche i programmi spaziali russi, cinesi e giapponesi. Un membro un po’ più defilato di questo gruppo è invece l’India la quale però nella giornata di ieri ha ricordato di essere presente.
Dal paese asiatico è partita la missione Chandrayaan-2 la quale punta a raggiungere la Luna; si tratta della missione spaziale più ambiziosa di quella nazione. Il lancio condotto dall’Indian Space Research Organization, o ISRO, è stato un successo nonostante un intoppo iniziale. Lo scopo ultimo sarà quello di portare sano e salvo un lander, ma non solo, sul nostro caro satellite il quale raccoglierà informazioni topografiche e per cercare dell’acqua.
L’intoppo iniziale è avvenuto una settimana fa e come si capisce ha ritardato il tutto. Gli esperti sottolineano però come l’efficienza degli ingegneri indiani abbia permesso un secondo tentativo in un così poco lasso di tempo; notevole è anche per via del budget a disposizione che è circa il 5% di quello della NASA.
L’insieme della tecnologia spedita nello spazio un orbiter, un lander e un rover, è costato relativamente poco, ovvero 141 milioni di dollari. Questo però è solo l’inizio, l’ISRO ha già fatto capire di essere intenzionata a portare un equipaggio umano sulla Luna già entro il 2022 ovvero prima degli Stati Uniti.
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