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Scoperti in India i più misteriosi vasi di arenaria sepolti

Un nuovo studio pubblicato su Asian Archaeology ha esaminato i misteriosi vasi di arenaria che sono stati trovati in vari siti archeologici nell’Assam, in India. 65 di queste navi sono state scoperte in quattro località precedentemente sconosciute. Alcuni degli oggetti sono alti e cilindrici, altri sono bulbosi e altri hanno la forma di due coni impilati, con alcuni anche parzialmente o interamente sepolti nel terreno. Non si sa chi li abbia creati e per quale scopo, ma il loro uso era più diffuso di quanto non si conoscesse fino ad ora.

La scoperta porta a 11 il numero totale di siti in cui si trovano queste navi in ​​Assam, con siti simili già trovati in Laos e Indonesia. I siti risalgono tra il II millennio a.C. e il XIII secolo d.C. Resti umani sono stati trovati vicino ai vasi in Laos, il che suggerisce che fossero usati nei riti funebri.

 

La ricerca

La ricerca su questi siti è ripresa nel 2020, con la scoperta di quattro nuovi siti, con 10, 12, 35 e otto navi scoperte ciascuna. Aggiunto alle navi scoperte nei sette siti precedentemente conosciuti, il totale è 797. Gli archeologi inoltre non hanno trovato le fonti di arenaria utilizzate per creare i vasi nelle vicinanze dei siti. Ci sono indizi che questi fossero usati per scopi funerari, con l’antropologa britannica Ursula Graham Bower, che visse con la tribù Zemi Naga negli anni ’30, riferendo che il gruppo credeva che i vasi fossero stati realizzati dai Siemi per i riti funebri.

È probabile che ci siano molti altri siti da scoprire perché l’area indagata era limitata e gli autori sottolineano l’importanza di continuare la ricerca al fine di tutelare il patrimonio dell’Assam anche con l’ampliamento della costruzione di case, che rischia di distruggere luoghi che ancora non sono stati trovati.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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