Dall’inizio della pandemia Covid-19, ormai due anni fa, sono aumentate di molto le diffusioni delle infezioni resistente ai farmaci, uccidendo oltre 30.000 persone durante il 2020. Ciò ha ribaltato i recenti progressi che i ricercatori hanno avanzato per combattere i cosi detti super batteri e la loro diffusione.
I decessi causati da queste infezioni resistenti agli antibiotici sono aumentate del 15% durante il primo anno del Covid-19, causati principalmente dalla confusione che questo virus ha lasciato alle sue spalle, visto che non si conosceva alcuna caratteristica di questo virus.
Circa il 40% di questi decessi si sono verificati maggiormente in ospedale, casi di cura e strutture sanitarie, ha affermato il rapporto del CDC. All’inizio, molti operatori ospedalieri in prima linea hanno erroneamente somministrato antibiotici per infezioni polmonari virali che non hanno risposto a tali farmaci. Molti dei pazienti hanno trascorso molto tempo in terapia intensiva, aumentando la possibilità di possibili infezioni. Sicuramente i numeri dei casi sono ancora maggiori di quanto siano stati confermati, poiché i funzionari addetti al controllo delle infezioni durante la pandemia erano occupati, portando delle significative lacune nell’elenco dei patogeni più pericolosi.
I focolai di infezioni resistenti ai farmaci sono stati probabilmente favoriti da una carenza a livello nazionale di mascherine, guanti e camici, l’armatura vitale che protegge gli operatori sanitari e aiuta a limitare la diffusione di agenti patogeni mentre viaggiano da una stanza all’altra. Inoltre a causa della carenza di personale e dei reparti sovraccarichi di molti ospedali, gli specialisti del controllo delle infezioni sono stati spesso riassegnati per fornire cure di base ai pazienti piuttosto che svolgere i loro compiti abituali di promuovere l’uso appropriato di antibiotici, lavarsi le mani e altre misure di sicurezza.
Gli esperti affermano che queste lacune devono essere temporanee, poiché come ci ha insegnato questa pandemia, la prevenzione è preparazione. Dobbiamo essere preparati a combattere più minacce contemporaneamente. I funzionari federali hanno riscontrato un aumento del 78% delle infezioni da Acinetobacter, un batterio resistente all’antibiotico carbapenemico e che spesso si diffonde tra i pazienti in terapia intensiva, e un aumento del 60% della Candida auris, un fungo mortale che spesso infesta le case di cura a lungo termine.
Più di 700.000 persone in tutto il mondo muoiono ogni anno a causa di infezioni che non rispondono più ai farmaci antimicrobici e gli esperti sanitari avvertono che il bilancio delle vittime potrebbe salire a 10 milioni entro il 2050 senza uno sforzo concertato per ridurre l’uso eccessivo di antibiotici e sviluppare nuovi farmaci.
Foto di sungmin cho da Pixabay
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