Foto di Ralf Vetterle da Pixabay
Un focolaio record di influenza aviaria sta devastando gli allevamenti di pollame e gli uccelli che si radunano sulle coste dal 2021, sollevando nuove preoccupazioni che il virus possa diventare endemico negli uccelli selvatici. Ci sono già state segnalazioni di ricaduta su altre specie, tra cui volpi in Inghilterra, orsi grizzly negli Stati Uniti e visoni d’allevamento in Spagna.
Tutto questo ovviamente mette paura. Si presume inoltre che con la migrazione di uccelli nelle prossime settimane potrebbe aumentare i casi collegati alla malattia. Durante le migrazioni molte specie si presentano nei cieli, ma potrebbero portare con se il mortale virus. Il virus dell’influenza aviaria, il famigerato H5N1, è considerato la principale minaccia diretta agli esseri umani a causa della sua rapida mutazione e della sua capacità di acquisire geni da altri virus.
Se il virus H5N1 sviluppasse la capacità di trasmettersi da uomo a uomo potrebbe uccidere almeno 7 milioni di persone a livello mondiale e infettare in maniera grave almeno 25 milioni di persone. Altre previsioni hanno suggerito di possibili pandemie più ampie. Nel corso dei prossimi tre mesi saranno prelevati campioni di feci di circa 1000 uccelli acquatici e canori. Nessun volatile sarà ucciso o ferito durante il processo. Nel caso in cui i test dovessero rivelare la presenza del virus dell’influenza aviaria, le autorità prenderanno delle misure per limitare l’esposizione alla malattia.
Il rischio di una diffusione dell’influenza aviaria in Europa occidentale sia piuttosto limitato, l’esperta sostiene che le misure precauzionali sono molto importanti. Il rischio d’infezione attraverso l’importazione illegale di uccelli o di pollame vivo è più grande di quello legato agli uccelli migratori. Secondo l’OMS, sono presenti tutte le condizioni per lo scoppio di una pandemia globale tranne una: la prova della trasmissione del virus da uomo a uomo. Le infezioni di esseri umani stanno continuando a verificarsi ed ogni nuovo caso offre al virus la possibilità di evolvere verso un ceppo totalmente trasmissibile.
Se i principali responsabili della dispersione del virus fossero gli uccelli migratori, anche il virus dovrebbe diffondersi con enormi spostamenti di chilometri in tutti i luoghi di sosta delle migrazioni in Asia e in Africa. L’espansione osservata è stata piuttosto un’espansione progressiva da focolai isolati, il cui modello geografico combacia con le principali rotte e percorsi commerciali. La preoccupazione dell’influenza aviaria potrebbe condurre gli allevatori a recludere i volatili per allevarli intensivamente, cosa che può in realtà aumentare il rischio di epidemie. Essi raccomandano che gli allevatori continuino ad orientarsi verso un maggior benessere degli animali e a preferire l’allevamento all’aperto.
Foto di Ralf Vetterle da Pixabay
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