Negli USA si registra una pesante ondata di casi di influenza canina. Il virus altamente contagioso è disperso nell’aria e può diffondersi attraverso il contatto diretto, la secrezione nasale e attraverso l’abbaiare o la tosse e anche attraverso superfici contaminate come cucce e guinzagli, secondo l’American Veterinary Medical Association.
In tutto il paese si stanno infatti affrontando focolai di influenza canina con sintomi quali tosse, febbre e naso che cola. L’influenza canina, non infetta gli esseri umani e generalmente si diffonde tutto l’anno. Recentemente però si è verificato un aumento dei casi, in particolare del ceppo influenzale H3N2.
Con la fine delle restrizioni per la pandemia, sempre più persone tornano a viaggiare ed al lavoro in presenza, questo si traduce nel fatto che sempre più cani trascorrono più tempo insieme nei canili e negli asili nido, il che consente all’influenza canina di diffondersi più facilmente.
Ormai negli USA se si porta il proprio cane in un canile o in un parco per cani o in toelettatura con altri cani, è quasi certo che dopo tre o cinque giorni dopo inizierà a tossire, ad essere letargico e a mostrare segni respiratori. In questi casi è bene portare il nostro amico peloso dal veterinario. I principali sintomi dell’influenza canina sono tosse e starnuti, ma non sono esclusi sintomi come febbre, letargia, secrezioni oculari e mancanza di appetito.
A seguito del picco di casi, i veterinari statunitensi si sono rivolti ai social media per avvertire i proprietari di cani. Alcuni asili nido per cani del paese hanno chiuso e alcuni rifugi hanno sospeso le adozioni, secondo quando riporta il New York Times. Ad esempio Operation Kindness, un rifugio per cani in Texas, ha interrotto le adozioni dopo che ben l’86% dei cani del centro ha contratto l’influenza canina a metà del mese scorso.
Sebbene l’influenza canina in genere non sfocia in una malattia grave, almeno nella maggior parte dei cani, in alcuni casi possono il virus può trasformarsi in polmonite e essere addirittura fatale. Alcuni veterinari della Carolina del Nord, riportano non solo un aumento dei casi di virus, ma riferiscono che alcuni cani ricoverati devono fare affidamento sull’ossigeno per respirare.
La maggior parte dei cani che contraggono il virus in genere guariscono in due o tre settimane grazie alle cure e ai trattamenti antibiotici prescritti dai veterinari. I cani che hanno contratto l’influenza canina sono più contagiosi durante il periodo di incubazione del virus che può variare da due a quattro giorni e quasi tutti i cani esposti si ammaleranno. Per ridurre la diffusione del virus, i cani che mostrano sintomi di raffreddore o influenza, così come i cani esposti a casi noti di cani infetti, dovrebbero essere isolati.
Data la forte ondata di influenza canina, i veterinari statunitensi raccomandano ai proprietari di vaccinare il loro cane per questa patologia. Sono infatti disponibili dei vaccini che, sebbene non siano efficaci al 100%, possono impedire ai cani di contrarre il virus o comunque di rendere la malattia meno grave.
Nel nostro paese al momento non si registrano particolari picchi di influenza canina, ma in ogni caso se il nostro amico a quattro zampe frequenta luoghi dove ci sono molti altri cani, è sempre meglio adottare delle piccole accortezze come evitare le ciotole condivise ed evitare di portare il nostro cane se mostra sintomi influenzali.
In ogni caso, se dovessero sorgere dei dubbi, riguardo ad una possibile infezione o riguardo il vaccino, è sempre meglio consultare il veterinario che può consigliare al meglio in quanto conosce l’animale domestico.
Foto di Moshe Harosh da Pixabay
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