Aprile è davvero un mese anomalo per il diffondersi dell’influenza stagionale, visto che solitamente questo virus influenzale si diffonde durante i mesi invernali, tra gennaio e febbraio. Quest’anno invece l’influenza si è presentata in primavera; basta pensare che fino alla scorsa settimana i casi registrati erano 52.000 casi, raggiungendo circa 1,4 milioni dall’inizio del monitoraggio.
Attualmente la curva di casi sta già scendendo, assicurano i medici sentinella della rete influnet che monitorano la diffusione e le caratteristiche del virus influenzale. Era quasi sparita in questi ultimi due anni, che coincidono con gli anni di pandemia Covid-19, grazie anche alle regole del distanziamento sociale, mascherine e vaccini. Da qualche mese invece è riemersa a causa anche della riduzione delle restrizioni anti-Covid.
Ad essere colpiti sono stati maggiormente i giovani e alcuni anziani che non hanno ricevuto il vaccino stagionale. Una seconda possibile causa è lo sbalzo termico del mese d’Aprile, una primavera con forti escursioni termiche. La stagione ha avuto un andamento anomalo, con due picchi. Uno nell’ultima settimana dell’anno, trainato da virus respiratori diversi rispetto a quelli propriamente influenzali come quello sinciziale, e un secondo a fine marzo in cui invece sono stati registrati tassi elevati di virus influenzali.
Più colpiti sono i bambini da 0-4 anni, con 16,9 casi per 1000 assistiti. Gli ammalati si riducono nelle altre fasce d’età con valori pari a 6,8 casi ogni mille persone tra i 5 e i 14 anni; 5,2 casi ogni mille pazienti tra i 15 e i 64 anni e 2,7 influenzati ogni mille over 65 perché è la fascia di coloro che si sono vaccinati e, quindi, sono protetti. Tra le Regioni, si è assistito a un crollo dei casi in Campania, dove in una settimana si è passati da un’incidenza di 13 casi per mille a 4,11.
Forte calo anche in Umbria e Marche. In controtendenza, invece, la provincia autonoma di Trento, la Puglia e il Friuli Venezia Giulia. In calo anche la circolazione dei virus influenzali passata dal 33,3% dei campioni analizzati la scorsa settimana all’attuale 24,8%.
Foto di Gundula Vogel da Pixabay
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