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Inquinamento dell’aria: ne basta poco per renderci più vulnerabili

Un nuovo studio condotto da un team di ricercatori della Monash University ha portato alla luce un nuovo aspetto che riguarda l’inquinamento dell’aria e la salute dell’uomo. Apparentemente ne basta anche un tasso molto basso per influenzare l’espressione genica. Questo implica che veniamo lasciati più vulnerabili a malattie come il cancro, ma anche dell’apprato respiratorio e circolatorio.

Che l’inquinamento atmosferico causi una lunga serie di problemi, non è di certo una novità. La parte che risulta per certi versi ancora un mistero sono i vari effetti a seconda del livello di inquinamento. Questa ricerca abbassa ulteriormente l’asticelle in cui va considerato pericoloso. Il risultato si basa sui test fatti su 266 coppie di gemelli e 165 genitori.

 

Inquinamento e salute: lo studio

Per determinare la pericolosità, sono stati prelevati dei campioni di sangue i quali sono stati accoppiati a delle stazioni di monitoraggio dell’aria. Quest’ultime servono per misurare i livelli di PM2.5 nell’aria, ma anche dell’anidride solforosa. Successivamente, è stata presa in esame l’espressione genica rispetto allo stress ossidativo e all’infiammazione.

Il risultato è che già a bassi livelli di inquinamento dell’aria, c’è un cambiamento significativo in tal senso. Le conseguenze sulla salute a lungo termine sono molte, conseguenze che hanno reso i nostri corpi più suscettibili a malattie come il Covid-19. Di fatto, questo sottolinea come l’inquinamento della pianura padana sia uno degli aspetti dietro l’alta mortalità delle regioni coinvolte.

L’inquinamento dell’aria è un problema sempre più grave. Causa milioni di morti l’anno in tutto il mondo eppure non viene quasi mai trattato. Al massimo vengono messe delle pezze poco efficaci e per lo più temporanee. Il risultato l’abbiamo tutti sotto gli occhi.

Giacomo Ampollini

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