Un nuovo studio ha affermato che minuscoli pezzetti di plastica possono viaggiare nell’atmosfera attraverso i continenti spini dai venti, formando un ciclo di inquinamento. La maggior parte dei nostri rifiuti di plastica sono abbandonati in discarica, ma circa il 18% finisce nell’aria che respiriamo.
Poiché la plastica non è facilmente scomponibile, si frammenta in pezzi sempre più piccoli fino a quando le microplastiche sono abbastanza piccole da essere spazzate nell’aria. L’inquinamento da plastica è una delle questioni ambientali e sociali più urgenti del 21° secolo. Lavori recenti hanno evidenziato il ruolo dell’atmosfera nel trasporto di microplastiche in località remote.
Gran parte della plastica che viene scaricata in mare viene respinta e scomposta dalla terra, ponendo potenziali rischi al nostro ecosistema. Sebbene ci siano stati alcuni progressi con la creazione di polimeri biodegradabili, i ricercatori hanno avvertito che le microplastiche continueranno a circolare attraverso i sistemi terrestri. Da dicembre 2017 a gennaio 2019, i ricercatori hanno raccolto dati sulla microplastica atmosferica dove l’84% dei frammenti microscopici proveniva dalla polvere della strada: automobili e camion che agitavano la plastica. Circa l’11% è entrato nell’atmosfera dagli spruzzi del mare e il 5% è derivato dalla polvere del suolo agricolo.
Questo accade anche nell’oceano, dove grandi ammassi di rifiuti formano intere isole di plastica. Sono scomposti in particelle di plastica che si trovano sullo strato superiore dell’acqua, dove vengono lanciate in aria dalle onde e dal vento. Una volta che entra nell’atmosfera, la plastica può rimanere in volo per un massimo di sei giorni e mezzo. In questo lasso di tempo, nelle giuste condizioni, la plastica può essere trasportata attraverso i principali oceani e tra i continenti.
Sebbene studi precedenti non abbiano scoperto che le microplastiche rappresentino una minaccia per la salute umana, questo studio ha avvertito che ci potessero essere conseguenze negative e ancora sconosciute per gli ecosistemi e la salute umana. Possono essere inalate queste piccole particelle portando all’irritazione dei polmoni, causando malattie gravi.
Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere l’impatto di diversi fattori tra cui la densità della popolazione e la circolazione oceanica. I ricercatori hanno anche chiesto di gestire meglio lo smaltimento dei rifiuti plastici. A causa delle limitate osservazioni e comprensione dei processi di origine, rimangono grandi incertezze nel trasporto, deposizione e attribuzione alla fonte delle microplastiche. Pertanto, bisogna dare la priorità alle future direzioni di ricerca per comprendere il ciclo plastico.
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