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Intelligenza artificiale, il prossimo obiettivo da raggiungere è la lingua

La maggior parte delle aziende riconosce che l’adozione aggressiva delle tecnologie digitali è sempre più fondamentale per essere competitivi. Oltre il 25% delle aziende in tutto in mondo hanno avuto grandi margini di crescita economica con la digitalizzazione. Molte aziende ritardatarie e medie, in confronto, stanno drammaticamente sottovalutando le risorse cloud dell’intelligenza artificiale e la loro funzionalità. Intanto, si fanno passi da giganti anche con lo strumento GPT-3, uno stato-strumento di elaborazione del linguaggio naturale (PNL) all’avanguardia.

 

L’intelligenza artificiale e la lingua

GPT3, sviluppato da OpenAI, indica che gli anni 2020 ci saranno importanti progressi nelle attività di intelligenza artificiale basate sul linguaggio. I precedenti modelli di elaborazione del linguaggio utilizzavano regole codificate a mano (per sintassi e analisi), tecniche statistiche e, sempre più nell’ultimo decennio, reti neurali artificiali per eseguire l’elaborazione del linguaggio. Le reti neurali artificiali possono apprendere dai dati grezzi, richiedendo un’etichettatura dei dati o un’ingegneria delle caratteristiche molto meno di routine.

I GPT (trasformatori generativi pre-addestrati) vanno molto più in profondità, facendo affidamento su un trasformatore, un meccanismo di attenzione che apprende le relazioni contestuali tra le parole in un testo. I ricercatori che hanno avuto accesso a GPT-3 tramite una beta privata sono stati in grado di indurlo a produrre racconti, canzoni, comunicati stampa, manuali tecnici, testo nello stile di particolari scrittori, tablature per chitarra e persino codice di computer.

GPT-3 è tutt’altro che perfetto. I suoi numerosi difetti includono a volte la produzione di risposte senza senso o distorte, risposte errate a domande banali e la generazione di contenuti plausibili ma falsi. Persino uno dei leader di OpenAI ha messo in guardia contro l’eccessiva pubblicità di GPT-3. Tutto ciò suggerisce che resta ancora molto lavoro da fare, ma la scrittura, per così dire, è sul muro: una nuova fase dell’IA è alle porte, e sembra essere molto interessante.

Francesco Borea

Studente universitario Appassionato di tecnologia

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