Per la prima volta gli scienziati hanno creato un’intelligenza artificiale in grado di simulare i complessi cambiamenti dell’universo. Il suo scopo è quello di simulare il modo in cui la gravità forma l’universo nel tempo. A differenza di molte altre simulazioni, questa nuova tecnologia è capace di riassumere miliardi di anni in solo 30 millisecondi. È talmente veloce che nemmeno gli astrofisici che la hanno progettata non sanno come faccia.
LE osservazioni sull’universo possono essere utili per acquisire nuove informazioni sulla sua evoluzione. Ma per osservare i suoi cambiamenti in un lungo arco di tempo gli scienziati hanno bisogno delle simulazioni. Queste producono degli scenari che possono, a volte, confermare le osservazioni precedenti. Grazie al nuovo strumento, Deep Density Displacement Model (D3M), gli scienziati sono in grado di comprendere come, in quasi 14 miliardi di anni, la gravità ha mosso le particelle dell’universo.
Il D3M stato programmato attraverso 8000 simulazioni di allenamento. Ciò gli ha permesso di aggiustare i propri parametri in un modo che nemmeno gli scienziati credevano fosse possibile. Un team ha testato la produzione dell’AI effettuando la stessa simulazione con metodi diversi. La prima ha impiegato centinaia di ore ed ha prodotto un risultato accurato. La seconda, che ha richiesto qualche minuto, ha prodotto un errore del 9,3%.
Il D3M ha battuto tutte le simulazioni precedenti inpiegando solo 30 millisecondi. Inoltre ha avuto solo un errore del 2.8%. Secondo gli scienziati ciò significa che l’intelligenza artificiale potrebbe avere una flessibilità che la renderebbe adatte ad effettuare diversi tipi di simulazioni oltre a quelle per cui era stata programmata. Prima che ciò accada però, il team spera di riuscire a comprendere in modo in cui essa sia capace di fare ciò. Shirley Ho, astrofisica presso il Flatiron Institute e la Carnegie Mellon University, ha dichiarato: “È come insegnare il software di riconoscimento delle immagini con molte immagini di cani e gatti, ma poi è in grado di riconoscere gli elefanti“.
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