Negli ultimi anni abbiamo sentito parlare sempre di più di intelligenza artificiale, ovvero della capacità dei sistemi computeristici e robotizzati di saper adempiere ad un’ampia varietà di mansioni simulando i comportamenti umani.
Ciò ha inevitabilmente innescato una serie di discussioni tra chi la vede come una risorsa da utilizzare a vantaggio dei vari settori economici, e più in generale dell’umanità intera, e chi la considera una potenziale minaccia a posti di lavoro e capacità cognitive delle persone.
È indubbio il fatto che usando un sistema automatico le aziende potrebbero ritrovarsi senza il bisogno di dover assumere dipendenti per svolgere le mansioni che possono essere svolte da software e robot. A fronte di un investimento iniziale, l’azienda vedrebbe diminuire i costi nel lungo periodo e, quindi, trarne grande benefici in termini di spesa.
Questo lo abbiamo già visto in passato, come quando con la rivoluzione industriale ci fu l’introduzione di macchinari che via via hanno trovato sempre più spazio all’interno delle fabbriche diminuendo l’impiego di forza lavoro umana. Di contro, però, con il passare degli anni, non abbiamo assistito ad una netta sostituzione, bensì ad un’integrazione tra le due parti: l’apporto umano è servito per gestire e ottimizzare al meglio il lavoro delle macchine. Il tutto mentre il progresso tecnologico avanzava creando sempre nuove posizioni da ricoprire in diversi settori.
Dunque, questo è il primo scenario in cui potremmo ritrovarci in futuro. Del resto, se lo augurano un po’ tutti, poiché il timore che l’AI possa sostituire l’individuo resta. A questo punto, potrebbe essere utile conoscere nello specifico quali sono i vantaggi e gli svantaggi potenziali dietro questa nuova interessante tecnologia.
Innanzitutto, è bene dire sin da subito che in questa fase l’intelligenza artificiale è vista più come un’opportunità da sfruttare per la maggior parte di aziende e istituzioni che come un qualcosa di negativo.
Per l’Unione Europea, ad esempio, l’AI è diventata una priorità e, pertanto, ha iniziato ad investire per l’implementazione della tecnologia nelle sue varie strutture, ritenuta passo necessario per completare la transizione digitale (che, ricordiamo, dovrebbe apportare numerosi benefici principalmente in termini di burocrazia e sostenibilità ambientale ed economica).
Inoltre, va detto anche che l’AI è già presente nella vita di ciascuno di noi. Essa si trova infatti ogni volta che ci imbattiamo in un assistente virtuale, in una pubblicità su internet (targeting), nei motori di ricerca, nei sistemi di riconoscimento facciale e vocale, nei robot, nei droni e anche nei veicoli a guida autonoma. E come tralasciare quando ci troviamo su una piattaforma di video streaming e ti compaiono suggerimenti di titoli simili a quelli appena visti. L’intrattenimento, del resto, punta forte sull’intelligenza artificiale e questo lo riscontriamo anche quando navighiamo o nei settori di nicchia come per esempio quello dei casino live o quello più generale legato al mondo dei videogames con testi e suggerimenti che in alcuni casi sono creati dall’AI invece che da copywriter umani. Questi soltanto per citarne alcuni.
Dunque, non si tratta di un qualcosa di sconosciuto, bensì di un qualcosa che fa già parte delle nostra quotidianità e che andando avanti con il tempo potremmo scoprirne ulteriori benefici.
Tra questi, come riporta il sito dell’Europarlamento, potrebbe esserci una migliore assistenza sanitaria, sistemi di trasporto più sicuri e anche prodotti e servizi ancora più su misura, con vantaggi sia per gli utenti che per le aziende che li offrono. Un altro settore che potrebbe migliorare grazie all’apporto dell’AI è anche quello dell’istruzione e della formazione, il cui accesso potrebbe diventare ancora più semplice per tutti.
E ancora, potrebbero esserci miglioramenti per la manutenzione dei macchinari che influirebbero su una maggiore e migliore produzione, intesa anche come ottimizzazione dei costi energetici. Si stima che, entro il 2030, con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale si potrà arrivare ad una riduzione delle emissioni globali di gas serra dell’1,5-4%. Per ultimo, ma non per questo meno importante, l’AI potrebbe aiutare anche nella prevenzione della disinformazione, degli attacchi informatici e dei reati, andando ad aiutare aziende e organi di settore nei loro lavori e gli utenti stessi.
Stando sempre al sito del Parlamento europeo, i rischi sono legati più che altro all’abuso e al sottoutilizzo dell’intelligenza artificiale. Ciò che conta, in sostanza, è l’intento per cui si utilizza e il come essa verrà utilizzata. Di base, se tutti agiscono correttamente i problemi saranno pochi, in caso contrario potrebbe rappresentare una minaccia per la democrazia e per il regolare andamento del mercato.
Un altro problema riguarda il mondo del lavoro come già accennato in precedenza. Secondo uno studio del Parlamento europeo, il 14% dei posti di lavoro dell’OCSE è automatizzabile, mentre un altro 32% dovrebbe affrontare modifiche sostanziali per quanto riguarda processi produttivi e adeguata preparazione dei dipendenti.
Insomma, il dibattito dilaga e soltanto il tempo saprà dare risposte certe. Intanto, ChatGPT è diventato un importante strumento per parecchie aziende e il suo utilizzo può sicuramente aiutare anche gli individui che, semplicemente, vogliono informarsi. Del resto, una volta presa la mano, il suo utilizzo è semplice e, come spiegano sul sito i fondatori (OpenAI), il loro obiettivo è quello di creare un’intelligenza artificiale sicura che può essere d’aiuto a tutte le persone.
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