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Internet: vede la luce il progetto “privacy per tutti”, chiamato Solid

Tim Berners-Lee, l’uomo che nel 1989 inventò il concetto del world wide web, ha annunciato l’avvio del suo progetto Solid, teso a garantire la privacy per tutti. Un server Solid è ora disponibile per qualsiasi organizzazione che voglia iniziare a testare la piattaforma. Berners-Lee aveva presentato per la prima volta nel 2018 come un modo per restituire il controllo dei propri dati agli utenti anziché ai servizi online.

 

La privacy per tutti: una garanzia ormai irrinunciabile

Attualmente, tutti noi abbiamo affidato i nostri dati personali a server di proprietà di giganti della tecnologia come Apple, Facebook e Google. Con Solid, invece, memorizzeremo tutti i nostri dati personali in un repository sicuro che potremo controllare direttamente. Questo potrebbe essere il nostro server domestico o un provider Solid scelto da noi, ma la caratteristica fondamentale del progetto è il controllo diretto dei nostri dati e la possibilità di decidere a quali siti web e applicazioni dare accesso a tutti o a parte di essi. Altro elemento fondamentale è la possibilità di revocare i permessi in qualsiasi momento.

Questo sistema, secondo il suo inventore, consente di evitare di dover inserire i dati ogni volta che si accede a una nuova app, poiché il POD personale di Solid avrà il permesso di leggerli. Inoltre, le informazioni che avremo memorizzato tramite un’app saranno disponibili in altre app senza bisogno di effettuare la sincronizzazione. Il POD Solid costituirebbe anche una valida alternativa al nome utente e alla password necessari per accedere a servizi di terze parti.

A sostegno della propria iniziativa, Tim Berners-Lee ha affermato che la questione della privacy era così importante da spingerlo ad allontanarsi dal suo lavoro sul web per concentrarsi su Solid attraverso una startup chiamata Inrupt. CNET riferisce che Inrupt ha effettuato delle prove su Solid, e ora possiede un server aziendale disponibile per l’acquisto. I prezzi non sono ancora noti.

Ph. credits: Foto di Darwin Laganzon da Pixabay

Gloria Fiorani

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