Foto di Paul Einerhand su Unsplash
Ci sono delle conseguenze legate all’utilizzo delle piattaforme streaming illegali Assolutamente sì, e non sono da sottovalutare. In base a quanto stabilito dalle nuove leggi, infatti, i rischi sono palesi sia per chi trasmette i video senza possedere i diritti d’autore, sia per gli spettatori che assistono agli eventi in streaming. Inoltre, rispetto al passato, le pene sono state acuite proprio per spingere gli utenti ad evitare di affidarsi a questa pratica: un errore che può costare caro, anzi, carissimo. Nella guida di oggi, dunque, scopriremo insieme quali sono i principali rischi per chi utilizza le piattaforme di streaming illegali.
La nuova legge anti pezzotto, di cui parlano diversi approfondimenti online, ha inasprito le pene per coloro che utilizzano le piattaforme di streaming illegali, sia per i fornitori di contenuti che per gli spettatori. Questa legge, infatti, prevede delle sanzioni economiche che possono arrivare fino a 5.000 euro: un importo, dunque, davvero notevole.
Il legislatore, tramite queste nuove leggi, ha deciso di inviare un messaggio forte e chiaro: l’uso dei servizi di streaming illegali non sarà tollerato. In un’epoca in cui i contenuti digitali sono facilmente accessibili e condivisibili, è di fondamentale importanza garantire che i diritti d’autore vengano rispettati appieno. Questo non solo per proteggere gli artisti e i broadcaster, ma anche per contribuire al sostentamento dell’intera industria dell’intrattenimento, e per evitare di alimentare le “casse” delle organizzazioni criminali.
La legge anti pezzotto è stata accolta con favore da molti attori nel settore, che vedono in essa un passo decisivo verso la battaglia contro la pirateria digitale. Di contro, è importante ricordare che la legge si applica a tutti coloro che utilizzano tali servizi, non solo a coloro che li forniscono, dato che questo punto non è sempre chiaro agli utenti. Ma la legge, si sa, non ammette ignoranza.
I dispositivi normativi previsti per la lotta alla pirateria streaming, dunque al pezzotto, prevedono anche ulteriori sanzioni, più gravi e pesanti di una semplice multa. Si fa riferimento nello specifico ad un periodo di detenzione che può arrivare fino ad un massimo di 3 anni, come chiarisce anche la legge 93/2023, citata poco sopra.
In aggiunta alle pene legali, l’uso delle piattaforme di streaming pirata comporta rischi notevoli legati anche ad un fattore fondamentale come la sicurezza informatica. Tra questi, il furto di dati personali e l’infezione da malware sono tra i più comuni e potenzialmente dannosi.
L’accesso alle piattaforme illegali di solito richiede l’inserimento di dati personali, come nome e cognome, e-mail o addirittura i numeri della carta di credito. Queste informazioni, una volta inserite, possono essere facilmente intercettate da hacker e utilizzate per scopi illeciti, compreso l’accesso non autorizzato ai conti bancari. Inoltre, tali piattaforme causano spesso un’infezione del dispositivo utilizzato per accedere ai contenuti in streaming, dal PC allo smartphone, se si tratta di app illecite. Un altro motivo valido per evitare assolutamente l’utilizzo delle IPTV pirata.
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