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Chi era Katherine Johnson, la donna che ha permesso all’uomo di raggiungere la Luna

Nella giornata di ieri, lunedì 24 febbraio, è morta Katherine Johnson. Purtroppo il suo nome fino a qualche anno fa non diceva molto, ma il suo lavoro è stato di vitale importanza per il programma spaziale statunitense. Non sarebbe giusto affermare che senza di lei nessun uomo avrebbe messo piede sulla Luna, ma sicuramente senza il suo lavoro la NASA ci avrebbe messo molto di più.

I calcoli matematici della Johnson hanno dato un enorme contributo alla missione Apollo 11 del 1969, quella missione che è riuscita a portare i primi astronauti sul nostro satellite naturale. Il suo lavoro si è concentrato sui calcoli relativi alla traiettoria, aspetto fondamentale per determinare il successo della missione.

 

Katherine Johson, le matematiche della NASA e la sua eredità

Dell’esplorazione spaziale spesso ci si ricorda dei nomi di chi ha scoperto qualcosa o degli astronauti che hanno volato nello spazio. Ma non ci sono solo loro. Ci sono molti nomi dimenticati che hanno inciso particolarmente in questa sete di conoscenza dell’uomo. Molti dei più grandi astronomi era assistiti da delle matematiche, professioniste come Katherine Johnson.

In ogni caso, negli ultimi anni c’è stata una riscoperta dell’importante lavoro svolte da quest’ultime. Alla stessa Johnson è stato dedicato un film nel 2017, Hidden Figures. Il film è stato anche nominato per alcuni oscar e durante l’evento, lei è salita di persona sul palco ricevendo calorosi applausi. Non solo. Nel 2015 Barack Obama gli ha consegnato il più alto onore civile statunitense, il Presidential Medal Of Freddom.

L’intelligenza di Katherine Johnson, come già detto, ha permesso lo sbarco sulla Luna. Una lunga serie infinita di calcoli fatti solo con della carta, delle penne e poco altro. Vista la sua bravura, gli è stato anche chiesto di controllare alcune cifre prodotte dai computer dell’epoca. La ritenevano più affidabile della macchina.

Un altro aspetto che non va ignorato, soprattutto visto l’epoca di cui stiamo parlando, è il colore della pelle di Katherine. Purtroppo, ancora nel 2020 essere di colore viene visto da qualcuno come qualcosa di sbagliato. Nella società americana di quel tempo poteva essere un vero e proprio peso. Nonostante, la sua già citata bravura è riuscita a prevaricare le barriere razziali.

È morta due giorni fa, a 98 anni. Ha sicuramente lasciato dietro di sé un’eredità importante che in molti avranno colto personalmente. L’aver permesso all’uomo di raggiungere la Luna non è neanche il suo merito più grande.

Giacomo Ampollini

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