Secondo uno studio internazionale, sarebbero le acque di raffreddamento dell’Europa occidentale a guidare la corrente meridionale di ribaltamento (MOC) dell’Atlantico, un importante processo oceanico che ha un ruolo fondamentale nel regolare il clima del nostro pianeta.
Differentemente da quanto dimostrato da studi scientifici precedenti, sembra che ora la maggior parte della variabilità e del capovolgimento, si verifica non nel mare del Labrador, ma nella porzione tra Groenlandia e Scozia.
In questa zona, le acque calde provenienti dai bassi fondali tropicali, spinte verso Nord dai venti e dalle correnti, si raffreddano nelle maggiori profondità del Nord Atlantico, per spostarsi poi nuovamente verso Sud attraverso i bacini dell’Irminger e dell’Islanda.
Nei quasi due anni dello studio, il ribaltamento in questa zona era molto maggiore rispetto al Labrador, rappresentando l’88% della varianza totale in tutto il Nord Atlantico.
Queste inaspettate scoperte, potrebbero aiutare gli scienziati a prevedere i cambiamenti che potrebbe subire il MOC e quali saranno le conseguenze per il clima.
Penny Holliday, del National Oceanography Centre di Southampton, coautore dello studio, ha sottolineato che “il ribaltamento trasporta le acque calde tropicale verso nord. Il che significa che qualsiasi cambiamento potrebbe avere un impatto sui ghiacciai e sul ghiaccio marino artico. Capire cosa sta succedendo e cosa potrebbe accadere in futuro è vitale.”
A questo importante studi hanno preso parte ben 16 istituti di sette paesi, data la vasta scala dell’indagine, questa ampia collaborazione si è rivelata fondamentale. Come ha affermato Susan Lozier, professoressa di Scienze della Terra e dell’Oceano della Duke University, “misurare la circolazione nel Nord Atlantico subpolare è incredibilmente difficile, quindi abbiamo sicuramente bisogno di un approccio a più mani”.
Questa ricerca rappresenta il primo passo del progetto di ricerca OSNAP (Overtuning in the Subpolar North Atlantic Program). Un progetto da 32 milioni di dollari per lo studio e la misurazione del ribaltamento della circolazione e i fattori che provocano la sua variazione. Il progetto è iniziato nel 2014 e ha richiesto fino ad ora l’impiego di strumentazioni galleggianti e subsuperficiali in tutto il Nord Atlantico.
In particolare questo studio, pubblicato sulla rivista Science, rappresenta il risultato dei dati raccolti dall’Agosto del 2014, all’Aprile del 2016.
Il coautore Johannes Karstensen del Centro GEOMAR Helmholtz in Germania, ha sottolineato l’importanza di uno studio su così vasta scala temporale e spaziale: “anche se il capovolgimento nel mar del Labrador è minore di quanto ci aspettassimo, abbiamo imparato che questo bacino ha un ruolo importante nel trasporto di acqua dolce dall’Artico. Le misurazioni continue in quel bacino saranno sempre più importanti, visti i repentini cambiamenti nelle zone artiche”.
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