Foto di Dan Cristian Pădureț su Unsplash
La funzione di Karl Weierstrass, un “mostro matematico” del XIX secolo, ha segnato una svolta epocale nella matematica, sfidando concetti fondamentali e trasformando profondamente l’approccio allo studio delle funzioni e del calcolo infinitesimale.
Nel 1872, Karl Weierstrass creò una funzione matematica continua ovunque ma non differenziabile in nessun punto. Questa idea era rivoluzionaria e contraria all’intuizione matematica dominante dell’epoca. La funzione mostrava un comportamento “patologico”: era continua, senza salti o interruzioni, ma allo stesso tempo impossibile da approssimare localmente con una retta tangente.
Per costruirla, Weierstrass combinò una serie infinita di funzioni trigonometriche ondulatorie (coseno) con un’opportuna scelta dei coefficienti. Il risultato era una funzione infinitamente irregolare, con una struttura frattale che diventava sempre più complessa man mano che la si esaminava a scala microscopica.
Prima della scoperta di Weierstrass, molti matematici credevano che:
L’intuizione tradizionale: Come affermava André-Marie Ampère, si pensava che una funzione potesse “zigzagare” solo in misura limitata. La funzione di Weierstrass smentì questa convinzione, dimostrando che poteva esistere una funzione senza alcun punto regolare.
La funzione fu accolta inizialmente con scetticismo e ostilità:
Il motivo principale era il contrasto con l’approccio applicativo dei matematici francesi, che vedevano il calcolo come uno strumento per risolvere problemi fisici e concreti. Per contro, i matematici tedeschi dell’epoca, tra cui Weierstrass, erano interessati a una rigorosa formalizzazione matematica.
La funzione di Weierstrass portò a:
Soprannominata “mostruosa” dai contemporanei, la funzione di Weierstrass dimostrò che anche oggetti apparentemente controintuitivi e poco pratici potevano rivelarsi fondamentali per avanzamenti teorici e applicativi. La sua scoperta segnò l’inizio di una nuova era per la matematica, aprendo la strada a ulteriori esplorazioni di oggetti “patologici” che sfidano la nostra intuizione e allargando i confini della conoscenza.
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