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La guerra contro i superbatteri: uno sguardo critico al futuro

La resistenza antimicrobica, una minaccia globale evidente dalla diffusione di malattie multiresistenti durante la guerra in Ucraina e dalla comparsa di superbatteri in Cina, sembra essere un problema senza soluzione, secondo uno studio condotto dal Global Strategy Lab dell’Università di York.

Il 2023 non ha portato progressi significativi nel contrastare questa sfida, e il 2024 non sembra promettere cambiamenti radicali. Il rapporto dei ricercatori indica che affrontare la resistenza antimicrobica richiede un cambiamento fondamentale nel modo in cui la società si rapporta a questo fenomeno, accettandolo come una conseguenza dei processi evolutivi naturali.

Isaac Weldon, autore principale dello studio e recente dottorato di ricerca in scienze politiche presso l’Università di York, afferma:

“Questo è un problema che riguarda il rapporto che abbiamo con il mondo microbico e la sua sostenibilità. Se guardiamo a questa sfida in questo modo, possiamo fare progressi.”

La resistenza antimicrobica, derivante da processi evolutivi naturali di batteri, virus e funghi, uniti agli interventi umani come l’eccessivo uso di antibiotici, è una sfida complessa. L’uso improprio degli antibiotici nel settore agricolo contribuisce significativamente a questo problema.

I dati dell’OMS indicano che oltre un milione di decessi all’anno sono direttamente causati dalla resistenza antimicrobica, e la pandemia ha accelerato ulteriormente questo processo.

Per affrontare la sfida, il Global Strategy Lab ha creato l’AMR Policy Accelerator, un progetto di ricerca che fornisce consulenze a istituzioni sanitarie pubbliche, politici e governi su come affrontare le conseguenze della resistenza antimicrobica.

Tuttavia, Weldon avverte che l’approccio attuale si concentra sui sintomi e non sulle cause profonde della resistenza antimicrobica. Mentre l’innovazione medica è essenziale, Weldon sostiene che nuovi antibiotici da soli non saranno la soluzione.

I ricercatori del Global Strategy Lab presentano cinque principi per ridurre al minimo l’impatto della resistenza antimicrobica:

1. Non esiste una soluzione magica: Riconoscere che non esiste una soluzione unica o semplice alla resistenza antimicrobica ci consente di adattare il problema alle sue specifiche situazioni ecologiche e alle sfide di ciascuna popolazione colpita.

2. Creare istituzioni flessibili è fondamentale: Dobbiamo creare istituzioni sufficientemente flessibili da adattarsi alla natura mutevole della resistenza antimicrobica.

3. Diversificare le pratiche: Vista l’incertezza sul modo migliore per combattere la resistenza antimicrobica, è necessario diversificare le pratiche e capire cosa funziona meglio, dove e come.

4. Creare record: Man mano che le pratiche si diversificano, è necessario tenere traccia di ciò che funziona meglio per adattare le politiche in futuro.

5. Coinvolgere le parti interessate: La risoluzione della resistenza antimicrobica non riguarda solo i governi, ma coinvolge la società civile, le istituzioni mediche e scientifiche.

Steven J. Hoffman, direttore del Global Strategy Lab dello York College, afferma che il progetto propone un modo completamente diverso di affrontare la questione, sperando che possa ispirare future indagini sulla resistenza antimicrobica.

Immagine di vecstock su Freepik

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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