Venerdì 19 Aprile, sarò la nostra occasione per ammirare la “Luna Rosa”. Il plenilunio si verificherà esattamente alle 13:12 del 19 Aprile, ma ovviamente per goderne appieno dovremo aspettare che cali la notte.
Nonostante il suo nome, l’ultimo plenilunio prima di Pasqua, non ci mostrerà il nostro satellite colorato di rosa. Il nome di questo particolare plenilunio, deriva infatti da tutt’altra questione.
Dal punto di vista astronomico, si tratta infatti di una normalissima Luna piena, ma per le antiche tribù native del Nord America, rappresentava il passaggio nella stagione primaverile. A darle questo nome furono gli americani della tribù degli algonchini, i quali scandivano lo scorrere dell’anno e delle stagioni con il calendario lunare.
Gli algonchini chiamarono la Luna piena di Aprile, Luna Rosa, perché questo è il periodo in cui fiorisce una pianta molto particolare in Nord America. Si tratta del muschio rosa, una pianta appartenente al genere Phlox, della famiglia delle Polemoniaceae, che comprende diverse specie originarie dell’America e dell’Asia.
I floghi sono soliti fiorire proprio nel periodo della luna piena di Aprile ricoprendo il terreno con i loro caratteristici fiori rosa. Un evento che segnava per gli algonchini l’approcciarsi della stagione primaverile. Da qui il nome della luna della primavera come “Luna Rosa”.
La luna piena di Aprile è conosciuta anche con altri nomi, provenienti da tradizioni e tribù diverse. È conosciuta anche come luna dell’Uovo e Luna dell’Erba che Germoglia. Mentre le tribù costiere, più legate alla vita marinara, la chiamavano Luna del Pesce, perché in questo periodo alcuni pesci clupeidi, risalgono i fiumi per deporre le uova.
Ma questo particolare plenilunio, rappresentava per i nativi americani anche un momento di spiritualità, e consideravano sacra la Luna Rosa. Associavano questo plenilunio con la sfera interiore, con le emozione più intime, celate nella vita quotidiana. La Luna Rosa è quindi la Luna dell’inconscio, di tutto ciò che conteniamo nella nostra sfera più intima che va assolutamente integrata con la nostra parte conscia e consapevole.
Comprendere quali siano le nostre emozioni più recondite, portarle alla luce e acquisire una maggiore consapevolezza del nostro io interiore, possono essere accomunate ad una rinascita spirituale, paragonata quindi con la rinascita ed il risveglio della natura, adoperato dalla primavera e manifesto nel Nord America con la fioritura del muschio rosa.
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