La nostra personalità da adolescenti potrebbe in qualche modo fornirci qualche indizio sulla possibilità di incombere in patologie come la demenza durante la vita adulta? È molto probabilmente, affermano i ricercatori, che hanno infatti scoperto che il rischio di incidenza di demenza è più basso tra gli anziani che in gioventù sono stati ragazzi tendenzialmente tranquilli, ponderati ed intraprendenti.
“Essere calmi e maturi da adolescenti è stato associato ad una riduzione di circa il 10% del rischio di demenza una volta raggiunta l’età adulta“, ha affermato la coautrice dello studio Kelly Peters, ricercatrice presso l’American Institutes for Research di Washington, “Essere propositivi e fisicamente attivi è poi stato associato ad una riduzione del 7%“. La scoperta ha per la verità le sue origini negli anni ’60, quando oltre 82.000 studenti in circa 1.200 licei statunitensi hanno svolto un test relativo alla propria personalità. Più di 50 anni dopo, i tratti della loro personalità sono stati confrontati con alcune diagnosi di demenza senile.
Mentre Peters ha dichiarato che ci sono molte prove a sostegno del fatto che la personalità possa incidere sulla diagnosi di patologie di demenza, la domanda persistente è stata se la personalità o alcuni aspetti di essa causino direttamente ed effettivamente questa condizione. “Questa è una grande domanda”, ha detto. “È solo la personalità che può influenzare l’insorgenza di patologie di questo tipo? Oppure la personalità è solo uno degli aspetti della malattia?”
L’autore principale dello studio Benjamin Chapman, professore associato di psichiatria all’Università di Rochester a New York ha dichiarato che dopo aver messo insieme profili di personalità di 50 anni prima rispetto alle attuali cartelle cliniche, lui e il suo team hanno scoperto che il rischio di demenza era notevolmente più basso tra gli anziani che erano riflessivi, attivi e maturi da adolescenti. In particolare, il parametro della “calma” è collegato a soggetti non stressati; attività fisica associata ad intraprendenza; la maturità a soggetti responsabili, affidabili e coscienziosi.
Peters ha affermato che i risultati potrebbero guidare gli organi legislativi a sviluppare sistemi di supporto sociale indirizzati ad aiutare i bambini a sviluppare “qualità protettive”. Ma ha evidenziato alcune riserve: per prima cosa, il team ha esaminato solo i tratti della personalità che erano definiti “protettivi“, ma anche fattori come il denaro sembrano avere importanza: la calma, il vigore e la maturità non sembrano proteggere dalla demenza gli adolescenti cresciuti in famiglie relativamente povere. Lo studio ha bisogno di ulteriore tempo, ma i primi risultati sembra estremamente significativi.
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