Una piattaforma tridimensionale basata sulla pelle sviluppata dalla startup Eleve Science, può aiutare l’industria cosmetica a condurre test per valutare l’efficacia e la sicurezza dei fotoprotettori e dei prodotti antietà in condizioni molto difficili ed eliminare l’uso di animali.
Realizzata attraverso un progetto sostenuto dal Programma Fapesp Innovative Research in Small Businesses, la piattaforma è composta da una struttura di circa due centimetri di diametro in cui le cellule derivate da tessuti umani crescono strato su strato, formando un modello di pelle su scala tridimensionale.
“Il modello di pelle creato è completo, cioè composto dai due strati principali dell’organo, che sono il derma e l’epidermide, e dai melanociti [cellule produttrici di melanina, responsabili della pigmentazione cutanea]. Ciò consente di valutare gli effetti dell’esposizione solare sulla pelle in condizioni molto simili a quelle reali”, afferma Research for Innovation Ana Luiza Forte, ricercatrice responsabile del progetto.
Secondo la ricercatrice, la maggior parte delle metodologie utilizzate per valutare l’efficacia dei filtri solari attualmente disponibili non consentono di rilevare tutti i danni che la radiazione solare provoca sui diversi strati della pelle e, principalmente, i cambiamenti biologici del livello di DNA o di produzione di radicali liberi.
I test effettuati sugli esseri umani, ad esempio, consentono di misurare se una certa quantità di raggi ultravioletti farà arrossare la pelle dopo l’esposizione al sole, solo uno degli effetti causati dalla radiazione solare sulla pelle.
Poiché lo spettro della luce solare ha diverse lunghezze d’onda, dall’infrarosso all’ultravioletto, passando per il visibile, è importante conoscere tutti gli impatti che provoca sulla pelle umana, soprattutto dove i livelli di radiazione ultravioletta sono significativi. “Ogni lunghezza d’onda raggiunge diversi strati della pelle e provoca anche danni diversi. Per questo il modello di pelle completo che abbiamo sviluppato offre le condizioni per eseguire test molto più vicini alla realtà”, spiega.
Un altro vantaggio della piattaforma 3D skin-based è che consente di eseguire test fotoprotettivi e cosmetici su diverse tonalità di pelle, poiché il modello è costruito da cellule derivate da tessuti umani di diverse pigmentazioni.
Secondo l’azienda, il progetto è nella fase finale di convalida. L’aspettativa è che i risultati della ricerca raggiungano il mercato a breve termine. Esiste una domanda emergente di nuovi metodi alternativi sia nel settore cosmetico che nei prodotti chimici e medici e ospedalieri, che sono sotto pressione da questioni normative e sociali per sostituire l’uso di animali negli studi preclinici per valutare l’efficacia e la sicurezza.
Inoltre, i metodi alternativi hanno numerosi vantaggi, come scoprire i meccanismi di azione di un nuovo composto attivo, oltre a contribuire a ridurre la necessità per i volontari umani nei test per valutare l’efficacia dei filtri solari. “La piattaforma che abbiamo sviluppato è un’alternativa sicura ed efficace all’utilizzo di animali per testare prodotti che entreranno in contatto con la pelle“, afferma la ricercatrice.
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