Foto di Carla Santiago su Unsplash
La pietra runica più antica del mondo è stata scoperta in Norvegia nel 2023. Ora, nuove prove indicano che questa iscrizione faceva parte di un set più ampio: un’antica tavoletta di pietra risalente a 2.000 anni fa.
Le rune sono il più antico sistema di scrittura germanico conosciuto e sono apparse in Scandinavia nei primi secoli d.C. La pietra di Svingerud, considerata la più antica, non è sola: nel sito archeologico, un antico cimitero, sono stati trovati altri frammenti di arenaria con iscrizioni simili. I ricercatori hanno scoperto che questi pezzi facevano parte di un’unica struttura che nel tempo è stata frantumata e distribuita in diverse sepolture, suggerendo un possibile rituale.
Gli autori dello studio pubblicato su Antiquity ipotizzano che le pietre runiche avessero scopi cerimoniali e pratici. Kristel Zilmer, una delle ricercatrici coinvolte, ha spiegato alla CNN che queste iscrizioni mostrano una combinazione unica di simboli mai osservata prima su altre pietre runiche.
In particolare, nella buca 3 del sito, è stata rinvenuta un’iscrizione che sembra iniziare con la parola “io”, seguita dal nome dell’autore, un verbo legato alla scrittura e la parola “runa”, riferita all’intera iscrizione. Tuttavia, nella buca 2, il nome dell’intagliatore è più difficile da identificare a causa dell’usura delle rune.
Uno degli aspetti più intriganti è la desinenza in “-u” trovata su una delle iscrizioni, che suggerisce che il nome inciso potrebbe appartenere a una donna. Se questa ipotesi venisse confermata, sarebbe la prima testimonianza conosciuta di una scrittrice di rune. Il nome “Idiberug”, presente in una delle buche, potrebbe riferirsi proprio a questa figura femminile, anche se il suo significato esatto rimane un mistero.
La datazione al carbonio-14 della pietra di Svingerud colloca la sua origine tra il 50 a.C. e il 275 d.C., in linea con altre iscrizioni antiche trovate su spille, armi e altri oggetti personali. Secondo la ricercatrice Lisbeth Imer, la pietra di Svingerud non solo è stata incisa con rune, ma anche distrutta e re-incisa più volte, suggerendo un uso ripetuto e simbolico nel tempo.
“Forse non dovremmo considerarla solo una pietra runica, ma qualcosa di completamente diverso”,
afferma Imer, aggiungendo che molti misteri legati a questa scoperta devono ancora essere svelati.
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