Secondo un’analisi recente la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è infestata da batteri e funghi che possono causare seri danni alla stazione spaziale orbitante.
I ricercatori affermano che “l’influenza del microbioma interno alla ISS ha conseguenze importanti sulla salute degli astronauti durante la loro permanenza, a causa dell’immunità alterata associata al volo spaziale”.
I batteri e funghi presenti all’interno della ISS, possono causare malattie e formare un biofilm, promuovendo la resistenza agli antibiotici. Il biofilm può addirittura arrivare a corrodere l’interno del veicolo spaziale.
La Stazione Spaziale Internazionale è una stazione spaziale in orbita terrestre bassa, ad un’altitudine compresa tra 330 e 410 km dal livello del mare. Si occupa di ricerca scientifica ed è gestita come progetto congiunto da cinque diverse agenzie spaziali: la NASA, la russa RKA, l’europea ESA, la giapponese JAXA e la canadese CSA-ASC. Fu costruita nel 1998 ed è stata visitata da oltre 222 astronauti e fino a sei missioni di rifornimento all’anno fino ad agosto 2017.
La stazione presenta oltre cento metri di intelaiatura, ed è talmente grande da essere visibile dalla Terra a occhio nudo. Le sezioni di cui è composta sono gestite da centri di controllo che si trovano a terra, gestiti dalle agenzie spaziali che partecipano al progetto. Viaggia ad una velocità media di 27 600 km/h, completando 15,5 orbite al giorno.
Secondo gli scienziati della NASA i batteri sono stati introdotti a bordo della ISS dagli astronauti e sono simili a quelli che si trovano negli uffici pubblici e nei luoghi affollati qui sulla Terra.
Nello studio, pubblicato sulla rivista Microbiome, è stata fornita una lista completa di tutti i batteri ed i funghi che si trovano nascosti nelle superfici interne della ISS. L’autore dello studio, il ricercatore senior del Jet Propulsion Laboratory (JPL), Kasthuri Venkateswaran, ha dichiarato che “l’ISS è un sistema chiuso ermeticamente, soggetto a microgravità, radiazioni ed elevata emissione di anidride carbonica. Il ricircolo dell’aria avviene tramite dei filtri HEPA , ma l’ambiente interno della ISS è comunque considerato un ambiente estremo”.
In questo tipo di ambienti i batteri sono in grado di sopravvivere e prosperare. I ricercatori pensano che sia possibile che i batteri siano sempre stati a bordo della ISS, sin dalla sua nascita. Oppure, tutti o solo alcuni dei tipi di batteri che sono presenti sulla ISS, possono essere stati introdotti a bordo ogni volta che gli astronauti vi sono arrivati. Oppure assieme ai materiali arrivati con le missioni di solo carico.
Oltre alla maggiore sensibilità alle infezioni, un altro rischio per gli astronauti, secondo il dott. Venkateswaran, è associato alla mancanza di possibilità di interventi medici specifici sulla stazione spaziale.
L’importanza di studiare la presenza dei batteri all’interno della ISS, risiede per i ricercatori, nella sua futura utilità nell’ambito della colonizzazione dello spazio da parte dell’uomo. Uno studio di questo tipo potrebbe essere utile ad esempio in vista del progetto di colonizzazione di Marte. “Il microbioma dell’ambiente chiuso deve essere esaminato attentamente per identificare i tipi di microrganismi che possono accumularsi in questo ambiente unico, come a lungo persistono e sopravvivono, e il loro impatto sulla salute umana e sulle infrastrutture spaziali”.
Inoltre lo studio può essere utilizzato per migliorare le misure di sicurezza per la permanenza umana nelle strutture spaziali.
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