Una particolare stella sta facendo registrare un comportamento piuttosto inusuale negli ultimi mesi: si tratta della stella Betelgeuse, che a volte arriva ad oscurarsi improvvisamente. Questo bizzarro fenomeno potrebbe essere un segno, dicono gli astronomi, che la stella stia per collassare, mentre un’altra possibilità è che questa gigante rossa stia attraversando solo una fase, che la porterà ad esplodere. Ed Guinan, professore di astronomia dell’Università di Villanova, è stato l’autore principale di una ricerca intitolata Il collasso della super-gigante Betelgeuse.
Betelgeuse, in realtà, si stava “rimpicciolendo” drasticamente già da ottobre e faceva registrare emissioni fino a 2,5 volte più deboli del solito. Basti pensare che una volta essa era considerata la nona stella più luminosa mai scoperta, mentre ora è ora scesa al ventitreesimo posto in questa curiosa classifica. Guinan e i suoi colleghi osservano con attenzione la stella ormai da decenni, dal 1980. Durante gli ultimi venticinque anni, la stella non è mai diventata così “fredda” e ciò potrebbe significare che stia per accadere qualcosa di straordinario.
Questa gigante rossa si trova alle spalle di Orione, l’iconica costellazione che sembra rappresentare un cacciatore mentre brandisce il suo arco nel cielo notturno. Betelgeuse, che dista circa 700 anni luce dalla Terra, è relativamente vicina alla nostra galassia. “La particolarità di questa stella è proprio la sua relativa vicinanza a noi“, ha detto Guinan, aggiungendo che potrebbe essere in atto una fase di transizione in una supernova. La stella ha circa nove milioni di anni e ciò vuol dire che il suo ciclo vitale, che si aggira intorno ai 10 milioni di anni, potrebbe essere ormai agli sgoccioli. Quel che è certo, è che non saremo lì per osservarne la fine.
“Personalmente penso che Betelgeuse tornerà a splendere come prima, ma è comunque estremamente interessante osservare i cambiamenti a cui questi corpi celesti vanno incontro“, ha detto Guinan. Se dovesse collassare, il fenomeno sarebbe abbastanza luminoso da poter letteralmente inondare di luce i pianeti ad anni luce di distanza. Non ci sarebbe alcun pericolo diretto per la vita sulla Terra, ma le radiazioni ultraviolette dell’esplosione potrebbero bruciare l’ozono nella nostra atmosfera.
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