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La Stonehenge del Sahara, un’oasi di 400 pietre monumentali

Nel Sahara occidentale alcuni ricercatori hanno scoperto 400 monumenti in pietra risalenti all’incirca a 10 mila anni fa. I monumenti si trovano in una zona contesa tra Marocco e Repubblica Araba Democratica del Saharawi, precisamente nella zona di Tifariti.

La zona è da sempre nota per il suo interesse archeologico. Lungo i pendii delle zone di Lemgasem, a nord di Tifariti, vi sono grandi lastre calcaree di origine precambriana. Inoltre in questa zona vi sono molte grotte con pitture rupestri che presentano caratteristiche uniche, tanto da essere conosciute come “neolitico sahariano”. Si tratta di pitture policrome risalenti ad 8/10 mila anni fa, che rappresentano scene di caccia, pastorizia, vita quotidiana, animali e decorazioni geometriche.

 

I 400 monumenti di pietra che faranno luce sulle popolazioni preistoriche della zona

A tutto questo si aggiunge ora la sensazionale scoperta dei 400 monumenti in pietra, di cui per il momento non si sa ancora molto, a parte il fatto che sembrino risalire a circa 10 mila anni fa. Dopo una prima analisi sui monumenti, i ricercatori sono sembrati abbastanza concordi nell’affermare che alcuni di essi siano dei dolmen, ovvero grandi tombe preistoriche. Altri dovrebbero invece essere goulet, ovvero rocce disposte su due file parallele, la cui funzione è ancora sconosciuta.

Secondo i ricercatori che li hanno scoperti, questi monumenti potrebbero essere preziosi per capire e conoscere i flussi migratori preistorici della regione. Fornirebbero inoltre informazioni su come le popolazioni si siano adattate al clima e all’ambiente della zona che allora non era un deserto.

La zona dove sono stati trovati i monumenti si estende per circa 9 km² e fa parte di un area più estesa che un tempo era un bacino naturale.

Secondo Joanne Clarke, ricercatrice e studiosa di archeologia preistorica presso l’University of East Anglia, fornisce una possibile spiegazione alla costruzione dei 400 monumenti. Il Sahara iniziò a seccarsi verso la metà dell’Olocene, ovvero 5-6 mila anni fa, l’intera zona dove si trovano i monumenti potrebbe essere rimasta come una sorta di grande oasi, una delle poche in cui ancora c’era acqua. Questo avrebbe fatto in modo che vi si stabilisse un insediamento umano preistorico, e la varietà dei reperti trovati potrebbe essere determinante per comprendere luoghi e culture dalle quali questi insediamenti avrebbero tratto origine.

Valeria Magliani

Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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