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La vitamina D non ridurrebbe il rischio di malattie cardiovascolari

Mentre precedenti ricerche hanno suggerito un collegamento tra bassi livelli di vitamina D nel sangue e un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, un nuovo studio della Michigan State University ha rilevato che l’assunzione di supplementi di vitamina D non riduce affatto l’incidenza di questo tipo di patologie.

Lo studio, pubblicato sul Journal of American Medical Association Cardiology, ha rilevato che gli integratori non diminuivano l’incidenza di infarti, ictus o altri importanti disturbi cardiovascolari. “Pensavamo che avrebbe mostrato qualche beneficio“, ha detto Mahmoud Barbarawi, istruttore clinico del MSU College of Human Medicine e medico presso l’Hurley Medical Center di Flint, nel Michigan. “Il fatto che questo supplemento non abbia mostrato nemmeno un minimo beneficio, è stato davvero sorprendente“.

 

I benefici sul cuore della vitamina D sono nuovamente in discussione

La scoperta sembra essere valida tanto per gli uomini quanto per le donne, di qualsiasi età. Molti studi precedenti hanno trovato un nesso tra bassi livelli di vitamina D nel sangue e un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, suggerendo che gli integratori di vitamina D potessero aiutare a ridurre tale rischio. Ora questi risultati sono di nuovo in discussione.

Barbarawi ha guidato un team di ricercatori e ha esaminato i dati di 21 studi clinici, su oltre 83.000 pazienti. Alla metà dei pazienti sono stati somministrati supplementi di vitamina D e all’altra metà sono stati somministrati placebo. L’analisi dei dati non ha mostrato differenze nell’incidenza di eventi cardiovascolari o di altre cause di morte tra i due gruppi.

 

Alcuni casi di osteoporosi hanno invece risposto bene al trattamento

Mentre alcuni studi hanno trovato un collegamento tra bassi livelli di vitamina e un aumentato rischio di eventi cardiovascolari, lo studio di Barbarawi suggerisce che altri fattori, come l’attività fisica e lo stato nutrizionale, potrebbero spiegare l’associazione.

Barbarawi ha anche notato che anche se i risultati non hanno mostrato alcun effetto sulla salute del cuore, alcuni pazienti, come quelli in trattamento per l’osteoporosi, potrebbero ancora trarre beneficio dagli integratori. Di conseguenza, egli avverte: “non raccomandiamo l’assunzione di vitamina D per ridurre il rischio di eventi cardiovascolari, anche se alcuni benefici sono apprezzabili per quanto riguarda la cura di altre patologie, come alcuni casi di osteoporosi“.

Nello Giuliano

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