L’acqua è uno dei beni di prima necessità per lo sviluppo di una popolazione. E’ un bene imprescindibile senza il quale non esisterebbe vita sulla Terra. Negli ultimi 20 anni purtroppo è un bene in calo, la sua quantità su tutto il pianeta è in costante diminuzione. 2 miliardi di persone al mondo bevono acqua contaminata da batteri fecali, rischiando la morte per difterite, poliomielite e colera oppure brutte infezioni intestinali come vermi nello stomaco.
Purtroppo è questa la triste verità in cui abitiamo: nelle zone ricche a causa della sovrappopolazione l’acqua è presente in poche quantità, nelle zone povere l’acqua è causa di morte. Nonostante lo scioglimento dei ghiacciai e il conseguente aumento dei livelli di mari e oceani non si riuscirà a risolvere il problema. Per far fronte a ciò le Nazioni Unite hanno stabilito il 2030 come la data in cui tutti gli abitanti del pianeta avranno acqua potabile garantita. In molte zone si è proceduto alla dissalazione dei mari, all’installazione di depuratori.
Partendo da queste semplici idee il MIT in collaborazione con l’Università di Berkley hanno adattato una tecnologia già esistente, il MOF, con la quale produrre sempre acqua. Il MOF, Metal Organic Framework, è un reticolo metallorganico costituito da ioni o composti con legami metallo-metallo costituenti strutture tridimensionali dalla porosità elevata. Grazie a queste strutture metallico-organiche è possibile immagazzinare gas e liquidi. Con gli esperimenti condotti finora si è conservato anidride carbonica, idrogeno e metano.
E’ costituito da zirconio e acido adipico disposti in una struttura particolare in grado di trattenere il vapore acqueo.
Le molecole di acqua presente nell’aria si attaccano sulla struttura e da questa parte l’avvio di estrazione. La luce solare riscalda le molecole che si accumulano in un condensatore. Da qui un collettore le accorpa e conduce verso un serbatoio grazie al quale si ottiene acqua liquida.
La natura è sempre ispirazione. Artificialmente si riproduce il meccanismo che porta alla formazione della pioggia. I raggi solari scaldano le molecole di acqua presenti sulla terra, evaporano, si formano le nubi e quando si ha un cambio di pressione l’acqua passa da forma gassosa a liquida.
Durante i test, avvenuti in ambiente naturale e non in laboratorio, sono stati prodotti circa 3 litri di acqua in sole 12 ore ed è possibile produrla anche in ambiente poco umidi (20-30%).
I ricercatori dichiarano che grazie a questa nuova tecnologia si possa bloccare l’emergenza acqua ed evitare le migliaia di morti l’anno. Si calcola che attualmente l’atmosfera possegga 13 miliardi di litri di acqua ma anche in questo caso non si dovrebbe sprecare. Ovviamente il costo della tecnologia dovrebbe essere anche abbastanza sostenibile per far sì che venga comprata anche nelle zone povere.
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