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Il lago “Mega Ciad” si estendeva per tutto l’odierno Sahara 5.000 anni fa

La NASA ha condiviso un’immagine molto suggestiva di quello che un tempo fu un lago più grande del Mar Caspio, in Africa centrale. Chiamato “Mega Ciad“, questo enorme specchio d’acqua si estendeva per 240 chilometri quadrati attraverso il Sahara e oggi sarebbe il più grande della Terra; il moderno lago Ciad è solo una piccola parte dell’antico lago. L’immagine della NASA evidenzia le alture scure della zona inferiore, insieme a tracce di sabbia e creste che si sono formate lungo le sponde nord-orientali del Mega Ciad.

Gli esperti hanno notato che l’enorme lago ha impiegato solo un paio di centinaia di anni per ridursi alle attuali dimensioni, pari ad appena 1.300 metri quadrati. Il lago, che attraversa i confini del Ciad, del Niger, della Nigeria e del Camerun, è stato ulteriormente ridotto di dimensioni proprio dall’uomo, che ha per decenni sottratto acqua dolce dallo stesso allo scopo di ottenere riserve idriche.

 

Il lago Mega Ciad sarebbe stato il più grande specchio d’acqua del mondo

La storia dell’antico lago Mega Ciad, un tempo il più grande lago dell’Africa, suggerisce che un periodo molto umido, con precipitazioni rilevanti su tutta la regione del Sahara, si concluse bruscamente circa 5.000 anni fa e che il bacino del lago Bodele, ricco di sedimenti, potrebbe non essersi seccato fino a circa 1.000 anni fa“, hanno dichiarato gli scienziati. Ma la scoperta dei ricercatori mostra che questo fenomeno idrogeologico potrebbe essere avvenuto solo 1.000 anni fa, lasciando irrisolto il mistero su come la giungla della zona abbia fatto ad ottenere risorse prima di allora.

I ricercatori hanno scoperto che il cambiamento è avvenuto in poche centinaia di anni, molto più rapidamente di quanto precedentemente ipotizzato. La polvere del Bodele soffia attraverso l’Atlantico, contribuendo a fertilizzare le foreste pluviali dell’Amazzonia. Il dottor Simon Armitage, del dipartimento di geografia del Royal Holloway ha dichiarato: “La foresta tropicale amazzonica è come un gigantesco recipiente. In questo spazio, l’irrigazione quotidiana lava via molto rapidamente i nutrienti solubili dal terreno e questi devono essere sostituiti con fertilizzanti, perchè le piante sopravvivano”.

Nello Giuliano

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