Il nostro cervello è una macchina straordinaria e di cui conosciamo solo una minima parte. Sono molti i meccanismi di cerebrali di cui ancora siamo allo scuro e ogni caratteristica che riusciamo a scoprire ci sorprende, rivelandoci le perfette caratteristiche del nostro cervello. Ad esempio che cosa accade nel cervello di chi è solito lamentarsi?
Lo psichiatra Norman Doidge afferma che il cervello umano è molto malleabile. Questo significa che può essere modellato con il tempo dalle nostre abitudini. Facendolo volontariamente e lavorando su alcuni aspetti, possiamo quindi modificare il nostro cervello e correggere alcuni difetti.
Questa capacitò del cervello, nota come neuroplasticità, è stata individuata grazie al miglioramento e al maggior utilizzo delle tecniche di brain imaging. La neuroplasticità è la capacità del cervello umano di subire un cambiamento duraturo durante la vita di una persona. La neuroplasticità permette infatti di aumentare il nostro quoziente intellettivo, acquisire nuove abilità, recuperare da alcuni tipi di danni subite al cervello, diventare più emotivamente intelligenti e a disimparare comportamenti dannosi.
A tal proposito il più famoso neuroscienziato al mondo, Michael Merzenich, ha dimostrato la relazione tra i nostri pensieri e i cambiamenti strutturali del cervello. In particolare ha notato che le abitudini ed i pensieri negativi ne peggiorano la funzionalità, al contrario quelli positivi la migliorano.
Tra i comportamenti negativi che influiscono sulle funzionalità del nostro cervello, vi è il continuo lamentarsi. Secondo i ricercatori della Clemson University tutti si lamentano, ma alcune persone lo fanno molto più spesso rispetto ad altri. I “lamentosi” possono essere distinti in 3 diverse categorie: quelli che lo fanno per attirare attenzione; quelli cronici, che si lamentano di continuo e vivono in una costante insoddisfazione; quelli che hanno un quoziente emotivo basso.
Il fatto di lamentarsi è proprio uno di quei comportamenti dannosi che il più delle volte ci sentiamo quasi autorizzati a mettere in pratica ma che, a quanto pare, modificano inevitabilmente i nostri processi mentali.
Il nostro cervello infatti tende a concentrarsi maggiormente su situazioni negative. Secondo Rick Hanson, neuroscienziato “gli stimoli negativi producono più attività neurale di quelli ugualmente intensivi ma positivi. Sono anche percepiti più facilmente e rapidamente”. Poiché per il nostro cervello la ripetizione è alla base del meccanismo di apprendimento, concentrarsi di continuo su un aspetto negativo (lamentandoci di esso) porta il nostro comportamento negativo verso la ripetizione e verso l’apprendimento della negatività.
Certo non è possibile essere sempre felici e sorridenti ed avere solo pensieri positivi, ma questo aspetto va comunque tenuto in considerazione e potrebbe aiutarci a evitare almeno le piccole lamentele inutili e a non percepire negativamente molte piccole facezie.
Secondo alcuni studi può esserci d’aiuto la meditazione. Sembrerebbe infatti che 15-20 minuti di meditazione al giorno, possano aiutarci a produrre più pensieri positivi.
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