Internet ormai è diventato un aspetto fondamentale della società, da utilizzare per svolgere anche le principali mansioni, come per esempio iscrivere il proprio figlio a scuola, effettuare pagamenti ecc. Per questo motivo si cerca sempre di rendere la connettività più rapida, per una navigazione sempre più istantanea. Si è passati, infatti, dall’ADSL alla fibra ottica, che può raggiungere anche 1 Gb/s nelle città metropolitane, ed ora si sta pensando di utilizzare i laser.
La nuova ricerca utilizza laser a cascata quantica terahertz che potrebbero inviare dati in tutto il mondo a velocità inimmaginabili utilizzando la tecnologia attuale. Essi potrebbero essere utilizzati per accelerare notevolmente la comunicazione dei dati, secondo i ricercatori dietro lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications.
Lo studio ha visto i ricercatori fare una svolta nel controllo dei laser a cascata quantica terahertz, che secondo loro potrebbero essere utilizzati per trasmettere dati in modalità wireless su brevi distanze a una velocità di 100 Gb/s. Le attuali connessioni Ethernet funzionano a 100 megabit al secondo, quindi mille volte meno rapidamente.
Il tipo specifico di laser è diverso perché emette luce nell’intervallo terahertz dello spettro elettromagnetico, che viene ampiamente utilizzato per analizzare le sostanze chimiche. Ma trasformandoli in uso per inviare dati, potrebbero fornire connessioni molto più veloci per strutture di ricerca, ospedali, comunicazioni satellitari o qualsiasi altra situazione in cui sono richieste connessioni di rete molto veloci.
Ora i ricercatori pensano di aver trovato un modo per controllare questa modulazione molto veloce, usando suono e luce. “Questa è una ricerca entusiasmante”, ha dichiarato John Cunningham, professore di Nanoelettronica a Leeds. “Al momento, il sistema per la modulazione di un laser a cascata quantica è azionato elettricamente, ma quel sistema ha dei limiti. Ironia della sorte, la stessa elettronica che fornisce la modulazione di solito mette un freno alla velocità della modulazione. Il meccanismo che stiamo sviluppando si basa invece sulle onde acustiche.”
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