L’auto supersonica Bloodhound è pronta a prendere parte ad una serie di test ad alta velocità in Sud Africa come parte della sua campagna per raggiungere i 1.000 chilometri orari. Mirerà a raggiungere i 500 chilometri all’ora nei suoi test prima di tentare di battere il record di velocità terrestre di 763 chilometri orari e quindi iniziare la corsa verso il suo obiettivo finale. Il veicolo percorrerà la pista Hakskeen Pan questo ottobre.
Bloodhound ha raggiunto i 200 km/h al Cornwall Airport Newquay nel 2017 e il suo pilota Andy Green spera che il progetto possa essere costruito sul glorioso passato dell’auto, raggiungendo la massima velocità proprio nel deserto in cui la macchina era inizialmente progettata per correre. “È qui che la scienza incontra la realtà e tutto inizia a diventare davvero eccitante“, ha affermato. Più di 300 telecamere e sensori incorporati nell’auto raccoglieranno i dati che saranno analizzati da accademici e studenti della Swansea University.
L’imprenditore Ian Warhurst ha deciso di salvare il progetto dall’amministrazione l’anno scorso, acquistando l’auto per una somma tutt’ora non rivelata, e da allora ha sostenuto sempre più convintamente la campagna. Warhurst ha dichiarato che il veicolo avrebbe dovuto effettuare fino a 10 corse di prova prima di tentare di raggiungere la velocità record. “Questa campagna è diversa dalle altre, con le opportunità offerte dalla tecnologia digitale che hanno consentito al team di testare il design dell’auto utilizzando la fluidodinamica computazionale e che ci consentiranno di raccogliere e condividere dati sulle prestazioni dell’auto in tempo reale“, ha detto Warhurst.
Il motore a reazione della Rolls-Royce dell’auto, che può percorrere un quasi un chilometro in 3,6 secondi a piena velocità, verrà utilizzato per testare le sue prestazioni e la sua maneggevolezza. A questo punto, la stabilità del Bloodhound non è più controllabile dalle ruote dell’auto sulla superficie del deserto ma dalla sua aerodinamica. Ciò significa che la presa dalle ruote si annullerà più velocemente rispetto alle forze aerodinamiche accumulate.
Warhurst ha spiegato: “Non possiamo percorrere due volte lo stesso pezzo di terreno perché l’auto romperà la superficie al suo passaggio. Abbiamo bisogno di più tracciati in modo da poter raggiungere e studiare la velocità lentamente e in sicurezza, confrontando i risultati delle singole corse con i dati tecnici, e Hakskeen Pan è il posto perfetto per farlo”. “Anche la superficie è dura“, continua Warhurst, “il che significa che abbiamo dovuto progettare ruote leggermente più strette in modo da ridurre la resistenza aerodinamica“.
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