Un nuovo studio ha rivelato che l’imponente serbatoio sottomarino di acqua dolce, immagazzinato al largo delle Hawaii, sembrerebbe contenere il doppio della quantità di acqua dolce stimata in precedenza. Questo nuovo studio potrebbe avere importanti implicazioni per le isole vulcaniche di tutto il mondo.
Questo serbatoio sottomarino di acqua dolce, si trova all’interno del fianco meridionale sottomarino della falda acquifera di Hualalai ed è stato mappato da un team di ricercatori dell’Università delle Hawaii, all’interno del progetto Hawai’i EPSCoR ‘Ike Wai, sostenuto dalla National Science Foundation. Un progetto che mostra il modo in cui volumi sostanziali di acqua dolce, vengono trasportati dalle falde acquifere sottomarine a quelle a terra, lungo la costa delle Hawaii.
Questo meccanismo potrebbe essere fondamentale per l’approvvigionamento idrico delle isole vulcaniche di tutto il mondo, fornendo risorse rinnovabili alternative di acqua dolce. Dean Brian Taylor, della Manoa School of Ocean and Earth Science and Technology (SOEST), Università delle Hawaii, sostiene che le “prove per lenti d’acqua dolce separate, impilate una sopra l’altra, vicino alla costa di Kona delle Hawaii, migliorano profondamente le prospettive di sviluppo sostenibile sulle isole vulcaniche“.
Attraverso l’uso di immagini elettromagnetiche a sorgente controllata sui fondali marini, i ricercatori hanno rivelato il movimento da terra verso mare di acqua dolce attraverso una formazione multistrato di basalti incorporati tra strati di cenere e suolo. Queste osservazioni non corrispondono però ai precedenti modelli delle acque sotterranee di quest’area.
Eric Attias, docente affiliato di ricerca, a capo di questa campagna campagna di geofisica marina, ha affermato che i risultati di questo studio “forniscono un cambiamento di paradigma dai modelli idrologici concettuali convenzionali, i quali sono stati ampiamente utilizzati da più studi e organizzazioni idriche nelle Hawaii e in altre isole vulcaniche, per calcolare i rendimenti sostenibili e lo stoccaggio degli acquiferi negli ultimi 30 anni. Speriamo che la nostra scoperta possa migliorare i futuri modelli idrologici e, di conseguenza, la disponibilità di acqua dolce potabile nelle isole vulcaniche”.
Donald Thomas, geochimico dell’Hawai’i Institute of Geophysics and Planetology di SOEST che ha preso parte allo studio, ha affermato che i risultati ottenuti confermano la presenza di una quantità di acque sotterranee immagazzinate, maggiore del doppio rispetto a quanto si pensava in precedenza.
Come ha affermato lo stesso Thomas, “comprendere questo nuovo meccanismo per le acque sotterranee, è importante per gestire meglio le risorse idriche sotterranee alle Hawaii”. Thomas è anche a capo del progetto Humuʻula Groundwater Research, tramite il quale è stato scoperto un altro grande approvvigionamento di acqua dolce nelle Hawaii diversi anni fa.
Secondo i ricercatori, questo meccanismo di trasporto idrico, potrebbe essere valido anche in altre isole vulcaniche. Con i bacini idrici sottomarini considerati più resilienti alle siccità dovute al cambiamento climatico, le isole vulcaniche di tutto il mondo potrebbero potenzialmente considerare queste risorse nelle loro strategie di gestione dell’acqua.
Foto di kirkandmimi da Pixabay
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