I dati che arrivano da tutto il mondo non sono affatto incoraggianti, le api stanno morendo su tutto il Pianeta. Questo è quanto riportano le statistiche. Solo in Europa negli ultimi inverni si è perso circa il 53% delle api, mentre gli apicoltori statunitensi segnalano perdite dal 50 al 90%.
Una ricerca coordinata dall’Istituto di apicoltura dell’Università di Berna ha registrato aumenti dal 5%-10% al 25%-40% nelle morti invernali delle api e un aumento nel numero di morie durante il periodo primavera-estate. Una specie su dieci di api e farfalle europee è a rischio di estinzione e le popolazioni di una specie su tre sono in declino.
Le cause di questo disastro ambientale sono molteplici e diverse, ma per nessuna di loro si prendono misure concrete. A monte di questo sterminio vi è l’uso intensivo di pesticidi, fungicidi, insetticidi e antiparassitari nell’agricoltura. Tutte sostanze dannose per le api che finiscono con l’indebolirle, ucciderle e rendere vulnerabili ad altre malattie. A queste si aggiungono i cambiamenti climatici che distruggono o modificano i loro habitat e l’inquinamento globale dell’atmosfera, dell’acqua e dei terreni.
La morte delle api in così grande numero va decisamente tenuta in considerazione. A farne le spese infatti non è solo la produzione di miele e di altri prodotti come la pappa reale e la cera, in pericolo è la vita sul Pianeta.
Le api infatti sono insetti impollinatori, senza le quali non esisterebbero molte colture essenziali per il sostentamento dell’uomo. Basti sapere che tre colture alimentari su quattro dipendono in una certa misura dall’impollinazione da parte di questi insetti. La FAO include tra queste le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni.
Le api mantengono inoltre vivi e attivi interi ecosistemi e la loro perdita sarebbe un grave danno ecologico per la Terra. Quasi il 90% delle piante selvatiche da fiore ha bisogno di impollinatori come le api per riprodursi. In generale, una singola ape si posa in media circa 7.000 fiori al giorno e ci vogliono 4 milioni di visite floreali per produrre un chilo di miele.
Immagine: Foto di David Hablützel da Pixabay
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