I lampi radio veloci (FRB) sono brevi ma intensi impulsi di luce radio che durano solo una frazione di secondo. Sebbene si ritenga che possano essere generati dai potenti campi magnetici delle magnetar – stelle di neutroni altamente magnetiche – la loro origine rimane ancora un enigma per gli astronomi. La maggior parte degli FRB proviene da galassie lontane e, mentre alcuni sono eventi singoli, altri si ripetono, suggerendo un meccanismo di generazione ancora sconosciuto.
Un nuovo studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters ha analizzato FRB 20240209A, rilevato per la prima volta nel febbraio 2024 dal radiotelescopio CHIME. L’esplosione si è ripetuta 21 volte tra febbraio e giugno, consentendo agli astronomi di individuarne la posizione con precisione. Sorprendentemente, il segnale proveniva dai margini di una galassia antica di oltre 11 miliardi di anni, ormai priva di nuova formazione stellare.
Gli FRB sono generalmente associati a magnetar giovani, poiché queste stelle di neutroni emettono brillamenti magnetici, simili ai brillamenti solari. Tuttavia, poiché le stelle di neutroni si raffreddano con il tempo, non dovrebbero essere in grado di generare nuovi FRB dopo miliardi di anni. Questo nuovo caso suggerisce che anche stelle di neutroni più vecchie possano produrre queste emissioni, costringendo gli scienziati a rivedere le loro ipotesi.
Gli astronomi ipotizzano che l’FRB potrebbe essersi verificato non nei margini della galassia, ma in un ammasso globulare in orbita attorno ad essa. Gli ammassi globulari sono noti per ospitare numerose fusioni stellari, e una possibilità è che l’FRB sia stato causato dalla fusione di due magnetar. Questo evento avrebbe generato un riassetto dei loro campi magnetici, rilasciando potenti esplosioni di energia radio.
Sebbene l’ipotesi della fusione stellare sia intrigante, sono necessarie ulteriori osservazioni per confermarla. Ciò che è ormai chiaro è che i processi che generano FRB sono più complessi e vari di quanto si pensasse inizialmente. Questa scoperta apre nuove strade per lo studio delle stelle di neutroni e delle dinamiche cosmiche ancora sconosciute.
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