Le montagne innevate e i terremoti sono due fenomeni che, a prima vista, sembrano non avere nulla in comune. Eppure, un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science Advances suggerisce che un legame inaspettato potrebbe esistere. Secondo i ricercatori, le forti nevicate potrebbero influenzare l’innesco di sciami sismici, evidenziando il potenziale impatto di eventi superficiali sulla crosta terrestre.
Lo studio, condotto da un team di scienziati del Massachusetts Institute of Technology (MIT), si concentra sulla penisola di Noto in Giappone, dove, a partire dalla fine del 2020, si è verificato un aumento esponenziale di terremoti, con migliaia di scosse registrate. Analizzando i dati, i ricercatori hanno notato una sorprendente correlazione tra questo sciame sismico e le intense nevicate che hanno colpito la regione nello stesso periodo.
“Questi grandi eventi di nevicata sembrano correlarsi bene con l’inizio di questi grandi sciami sismici“, ha dichiarato William Frank, autore principale dello studio e assistente professore di scienze della Terra, dell’atmosfera e planetarie presso il MIT. “Non dovremmo dimenticare che il clima stesso può anche svolgere un ruolo nel cambiare lo stato di stress in profondità dove si verificano i terremoti.“
Secondo l’ipotesi proposta dai ricercatori, il peso della neve accumulata sulla superficie terrestre potrebbe aumentare la pressione nei pori sotterranei, destabilizzando faglie preesistenti. L’aggiunta e lo scioglimento della neve, con il conseguente cambiamento di pressione, potrebbe agire come un fattore scatenante per i terremoti.
“Se hai abbastanza neve, spingerai la terra verso il basso e se la togli, rimbalzerà su“, ha spiegato Frank. “Questo cambiamento di pressione potrebbe influenzare lo stato di stress nelle faglie e innescare i terremoti.“
Lo studio ha rilevato un aumento di dieci volte del tasso di sismicità nella penisola di Noto dopo una forte nevicata nel 2021. Il più grande terremoto dello sciame, di magnitudo 7,5, ha colpito la regione il giorno di Capodanno del 2024, causando oltre 240 morti.
È importante sottolineare che lo studio non stabilisce una relazione causale diretta tra nevicate e terremoti. Tuttavia, i risultati suggeriscono che i cambiamenti nella pressione indotti dalla neve potrebbero influenzare la frequenza dei terremoti in un’area specifica. Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi risultati e per esplorare il potenziale impatto dei cambiamenti climatici sull’attività sismica.
“Ci sono altri studi che mostrano una connessione in alcuni casi tra i tempi dei terremoti e questi processi che avvengono in superficie“, ha affermato David Shelly, geofisico ricercatore presso la United States Geological Survey. “Quello che capisco delle previsioni sui cambiamenti climatici è che ci sono più condizioni meteorologiche estreme, più periodi di siccità prolungata e periodi di pioggia estrema. Ciò potrebbe rendere questi effetti più evidenti“.
Questa ricerca apre nuove strade nella comprensione del complesso legame tra i processi superficiali e l’attività sismica. Se confermata, potrebbe avere implicazioni significative per la valutazione del rischio sismico e per la preparazione a futuri eventi tellurici. La scoperta di un possibile collegamento tra neve e terremoti rappresenta un monito importante per la necessità di approfondire la nostra conoscenza dei fenomeni naturali e del loro intreccio, al fine di migliorare la nostra capacità di prevederli e mitigarne gli effetti.
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