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Le madri possono influenzare la propria prole attraverso i mitocondri

I mitocondri, le “batterie” che alimentano le nostre cellule, svolgono un ruolo inaspettato in malattie comuni come il diabete di tipo 2 e la sclerosi multipla, ma non solo. Un recente studio ha scoperto che le varianti genetiche nel DNA dei mitocondri potrebbero aumentare il rischio di sviluppare queste condizioni, oltre a influenzare caratteristiche come l’altezza e la durata della vita. E ciò sembra avvenire nello specifico durante la fase gestazionale delle madri. Scopriamo di più a riguardo.

 

L’azione dei mitocondri durante la gestazione delle madri

Le nostre cellule contengono anche mitocondri che forniscono l’energia per il funzionamento delle nostre cellule. Lo fanno convertendo il cibo che mangiamo in ATP, una molecola in grado di rilasciare energia molto rapidamente. Ciascuno di questi mitocondri è codificato da una piccola quantità di “DNA mitocondriale“. Il DNA mitocondriale costituisce solo lo 0,1% del genoma umano complessivo e viene trasmesso esclusivamente da madre a figlio.

Mentre gli errori nel DNA mitocondriale possono portare alle cosiddette malattie mitocondriali, che possono essere gravemente disabilitanti, fino ad ora c’erano poche prove che queste varianti possano influenzare malattie più comuni. Diversi studi su piccola scala hanno accennato a questa possibilità, ma gli scienziati non sono stati in grado di replicare i loro risultati.

Ora, un team dell’Università di Cambridge ha sviluppato una nuova tecnica per studiare il DNA mitocondriale e la sua relazione con le malattie e le caratteristiche umane in campioni prelevati da 358.000 volontari. La dottoressa Joanna Howson, autrice principale della ricerca, ha dichiarato: “Utilizzando questo nuovo metodo, siamo stati in grado di cercare associazioni tra le numerose caratteristiche che sono state registrato per i partecipanti alla Biobanca del Regno Unito e vedere se qualche correlazione con il DNA mitocondriale.”

“Sembra che il nostro DNA mitocondriale sia abbinato al nostro DNA nucleare in una certa misura, in altre parole, non puoi semplicemente scambiare i mitocondri con qualsiasi donatore, così come non puoi prendere una trasfusione di sangue da nessuno”, ha spiegato il professor Chinnery, un altro autore dello studio.

 

Francesco Borea

Studente universitario Appassionato di tecnologia

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