Quando parliamo di riscaldamento globale, di solito pensiamo all’attività industriale umana, ai trasporti e alle perdite di gas metano domestico nelle città. Tuttavia, non tutta la responsabilità per le emissioni di gas a effetto serra ricade sull’uomo: ci sono alcune fonti naturali che mettono il loro granello di sabbia.
Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications rivela che anche il movimento delle rocce vulcaniche emette gas a effetto serra in grado di creare enormi effetti di riscaldamento globale.
Un team di geologi dell’Università di Birmingham ha creato il primo modello meccanicistico di variazioni delle emissioni di carbonio durante il Paleocene-Eocene Thermal Maximum (PETM). Si è trattato di un breve intervallo di temperatura massima che si è verificato circa 55 milioni di anni fa e che è durato circa 100.000 anni.
I ricercatori calcolano i flussi di gas serra a base di carbonio associati alla Provincia Igneous del Nord Atlantico (NAIP), una delle più grandi province ignee sulla Terra che comprende Gran Bretagna, Irlanda, Norvegia e Groenlandia. Le grandi province ignee (LIP) sono accumuli estremamente grandi di rocce ignee risultanti dal viaggio del magma attraverso la crosta fino alla superficie terrestre.
Il dott. Stephen Jones, professore senior di Earth Systems presso l’Università di Birmingham, ha spiegato che queste grandi province ignee sono collegate a picchi di cambiamento climatico globale, ecosistemi e ciclo del carbonio durante il tempo mesozoico. Questi eventi coincidono anche con le estinzioni di massa più devastanti sulla Terra e con la riduzione dell’ossigeno negli oceani.
“Calcoliamo i flussi di gas serra a base di carbonio associati al NAIP, collegando le misurazioni del processo che ha generato magma con le osservazioni delle singole strutture geologiche che hanno controllato le emissioni di gas. Questi calcoli suggeriscono che il NAIP ha causato il più grande riscaldamento globale transitorio degli ultimi 65 milioni di anni“.
I risultati della simulazione mostrano che il NAIP avrebbe potuto innescare un cambiamento climatico al massimo termico del paleocene-eocene e prevedere un flusso di emissione di picco di 0,2-0,5 Pg di carbonio all’anno-1.
Detto questo, il PETM è il più grande evento di cambiamento climatico naturale nel clima cenozoico. Inizialmente, il rilascio di 0,3-1,1 PgC anno-1 di carbonio e altri gas serra ha portato al riscaldamento globale in meno di 20.000 anni, un periodo relativamente breve. Quindi, la sua analisi merita di essere presa in considerazione nelle teorie che cercano di spiegare l’aumento della temperatura media dell’atmosfera terrestre.
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