La scienza è una argomento molto ampio ma allo stretto tempo strettamente interconnesso. Vari settori della scienza, che possono sembrare distanti, si intersecano, come per esempio la medicina e la psicologia, grazie all’effetto placebo. Ormai è noto che un farmaco ha un doppio un effetto farmacologico vero e proprio: quello al principio attivo contenuto nel farmaco, ed un effetto placebo, un effetto psicologico legato al fatto che l’idea di assumere una sostanza con potere curativo ha di per sé un potere curativo.
E’ un fenomeno complesso e affascinante. Grazie a numerose ricerche brillanti, la nostra comprensione di essa è recentemente aumentata considerevolmente. Sono stati trovati coinvolti diversi percorsi biochimici, inclusi oppioidi e cannabinoidi endogeni. È stato scoperto che la dopamina e i circuiti dei gangli della base mediano le risposte al placebo nella malattia di Parkinson. Il significato esatto di ciò potrebbe non essere ancora chiarissimo, ma tali risultati mostrano che gli effetti del placebo non sono “solo nella mente” del paziente; sono reali e portano a cambiamenti quantificabili nei nostri corpi.
Nel corso del tempo sono nate molte medicine alternative come l’agopuntura, la chiropratica, l’omeopatia, la riflessologia o il Reiki che si basano quasi completamente sull’effetto placebo. Incapace di produrre prove convincenti che il loro trattamento è efficace al di là di un effetto placebo, molti professionisti di queste pratiche ora ammettono che le loro terapie funzionano principalmente o interamente tramite un effetto placebo, ma che tuttavia funziona.
Fabrizio Benedetti è il principale ricercatore nel regno del placebo; gran parte dell’eccellente scienza in questo settore proviene dal suo laboratorio. Il professor Benedetti concorda sul fatto che le sue scoperte rivoluzionarie hanno fornito supporto alla medicina alternativa:
“Il numero di organizzazioni non curative e di guaritori che si affidano a questa dura scienza, e che in realtà giustificano le loro strane e bizzarre procedure, è aumentato negli ultimi anni. L’affermazione principale è che qualsiasi procedura che accresca le aspettative dei pazienti, che rappresentano il principale mediatore degli effetti del placebo, è accettabile perché può attivare gli stessi percorsi biochimici e le reti neurali che sono state rese credibili dalla scienza dura…
“Il punto cruciale qui è che quando la dura scienza ha iniziato a studiare gli effetti del placebo, inconsciamente ha prodotto un cambiamento nel pensiero ciarlatano. In effetti, i ciarlatani stanno diventando sempre più consapevoli che i loro bizzarri interventi potrebbero funzionare con un effetto placebo. Infatti, mentre la scienza dura finora ha negato qualsiasi base scientifica per terapie non convenzionali, ora la stessa scienza dura certifica che l’effetto placebo ha basi scientifiche. Pertanto, i ciarlatani non sono più interessati a dimostrare che i loro pseudo-interventi funzionano; piuttosto, giustificano il loro uso sulla base della possibilità che questi bizzarri interventi possano indurre forti effetti placebo.”
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