Non è fantascienza, ma tecnologia. Le nuove lenti a contatto capaci di rilevare la luce infrarossa promettono di cambiare per sempre il concetto di visione notturna. Presentate da un team congiunto di ricercatori cinesi e americani, queste lenti sfruttano la nanotecnologia per convertire la radiazione infrarossa invisibile in luce visibile, aprendo scenari impensabili fino a pochi anni fa.
Secondo quanto riportato sulla rivista Cell, la scoperta rappresenta un primo passo concreto verso la possibilità di equipaggiare gli occhi umani con un vero e proprio “sesto senso” visivo.
Come funzionano le lenti infrarosse
Alla base della tecnologia ci sono nanoparticelle di fluoruro di gadolinio di sodio, itterbio ed erbio, in grado di trasformare una gamma di lunghezze d’onda comprese tra 800 e 1600 nanometri in luce blu, verde e rossa, visibile dall’occhio umano.
L’innovazione risiede nella miniaturizzazione: tutto è contenuto all’interno di una lente morbida, sottile e potenzialmente indossabile per ore. I primi test hanno dimostrato che è possibile rilevare sorgenti LED ad alta intensità, generando una macchia visibile di luce colorata in risposta a ciò che normalmente resterebbe invisibile.
Applicazioni militari e oltre
Il potenziale militare è evidente: visione notturna discreta e mani libere, senza la necessità di dispositivi ingombranti come i tradizionali visori. Ma le applicazioni civili non sono da sottovalutare. Dalla sicurezza alla sorveglianza, passando per l’assistenza a persone con disabilità visive, questa tecnologia potrebbe rivoluzionare l’interazione uomo-ambiente in situazioni di scarsa visibilità.
Limiti attuali e prospettive future
Certo, la tecnologia è ancora in fase sperimentale. L’efficacia si limita a sorgenti luminose intense e concentrate, e non consente ancora di muoversi agevolmente al buio o leggere con luce infrarossa. Ma la direzione è chiara: con il perfezionamento delle nanoparticelle e la loro risposta a fonti più deboli, si apriranno possibilità straordinarie anche nella vita quotidiana.
Come ha dichiarato il ricercatore Peter Rentzepis, il futuro è vicino, ma non ancora visibile a occhio nudo. Per adesso.
Foto di Martin Slavoljubovski da Pixabay