Foto di Possessed Photography su Unsplash
Quando Joseph Coates, un uomo di 37 anni dello stato di Washington, ha ricevuto la diagnosi di Sindrome POEMS, le prospettive erano drammatiche. La malattia, una rara patologia del sangue con gravi conseguenze su arti, cuore e reni, non lasciava scampo. I medici gli avevano dato solo due opzioni: trascorrere gli ultimi giorni a casa o in ospedale. Anche il trapianto di cellule staminali, che poteva rappresentare un’ultima speranza, era stato escluso a causa delle sue condizioni critiche.
Mentre Coates si preparava al peggio, la sua fidanzata ha deciso di non arrendersi. Ha contattato il dottor David Fajgenbaum, esperto di malattie rare presso l’Università della Pennsylvania, che aveva incontrato in un convegno. Fu proprio lui a suggerire al medico curante di Coates, il dottor Wayne Gao, una terapia mai sperimentata prima, basata su un mix di chemioterapia, immunoterapia e steroidi. Ma la vera svolta? La proposta della terapia era frutto dell’intelligenza artificiale.
Il dottor Gao inizialmente era scettico. Il protocollo suggerito dall’AI non era mai stato testato in casi simili e avrebbe potuto peggiorare le condizioni del paziente. Tuttavia, di fronte alla mancanza di alternative, decise di tentare. La tecnologia utilizzata dal team di Fajgenbaum sfrutta l’intelligenza artificiale per il riadattamento dei farmaci, un metodo che individua terapie innovative basandosi su medicinali già approvati per altre patologie.
Dopo aver seguito la terapia proposta, Coates ha mostrato segni di miglioramento sorprendenti, riuscendo a sconfiggere una malattia che sembrava incurabile. Il suo caso dimostra il potenziale rivoluzionario dell’AI nel campo medico: non solo accelera la scoperta di nuovi trattamenti, ma offre anche speranza ai pazienti affetti da patologie rare per le quali la ricerca tradizionale spesso non ha risposte immediate.
Questo caso non è isolato. L’intelligenza artificiale sta già rivoluzionando il settore sanitario, dall’analisi delle immagini mediche alla personalizzazione delle cure. Ma sebbene l’AI rappresenti un enorme passo avanti, il ruolo dei medici rimane fondamentale. L’interazione tra la tecnologia e l’esperienza clinica potrebbe essere la chiave per trasformare la medicina del futuro.
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